Addio GioGiò, il dolore dell'arcivescovo e il grido della sorella: Napoli sei tu

Folla e due ministri ai funerali del musicista ucciso. Battaglia: non ti abbiamo saputo difendere

L'Inno alla Gioia di Beethoven accompagna l'uscita dalla chiesa del Gesù Nuovo del feretro di Giovanbattista Cutolo. Si chiude così, come richiesto dai genitori, il rito funebre.

Napoli.  

"Non ti voglio descrivere perché non l'ho mai fatto, mi sono limitata sempre a dire che eri la persona più sensibile. Eri la mia piccola ombra, il gigante buono. Tu sei un uomo d'onore, il migliore. Napoli sei tu, non Mare Fuori o Gomorra". Così, in una lettera letta in chiesa, Ludovica, la sorella di Giogiò, ricorda il 24enne ucciso a Napoli. "Quante volte hai creato piccole trappole in casa, opere ingegneristiche. E tutti gli scherzi. Siamo sempre stati una squadra. Non ti è mai importato cosa io volessi, lo esaudivi", si legge nel testo. E ancora: "Parli con tutti, sei curioso su tutto. Uso il presente perché è l'unico che tu conosci. Imitando te ho imparato che nessuno va lasciato mai da solo. Perché suoni il corno? Perché nessuno lo suona. Sei un gigante buono, sempre a sorreggere tutti. Tu sei un centro di gravità permanente. Tu ami questa città e mai l'avresti lasciata nonostante io ti avessi detto di farlo Napoli sei tu non è Mare fuori o Gomorra o il Maestro delle cerimonie".

Musicista ucciso: il vescovo di Napoli, non vorrei essere qui

"Non vorrei essere qui oggi. Non vorrei essere qui ad accompagnare l'ennesimo giovane figlio di Napoli, ucciso senza alcun motivo dalla mano di un altro figlio di questa città. Non vorrei essere qui non perché voglia sottrarmi al dolore immenso dei genitori di Giovanbattista e di tutti coloro - parenti, amici, compagni - che lo piangono con il cuore spezzato e straziato dall'angoscia, dall'incredulità, dallo smarrimento. Non vorrei essere qui perché semplicemente avrei voluto che non ce ne fosse il motivo". Lo ha detto l'arcivescovo di Napoli, don Mimmo Battaglia, nell'omelia, durante i funerali di Giovanbattista Cutolo, il giovane musicista ucciso. "E più che parlare di Giovanbattista avrei voluto parlare con Giovanbattista, più che sentir parlare di lui, della sua bravura, della sua arte e voglia di vivere, avrei voluto toccarla con mano, magari ascoltando un concerto della sua orchestra o una delle sue magnifiche composizioni, come quella che il suo papà mi ha fatto ascoltare qualche giorno fa. Ma, purtroppo, nessuno di noi ha il potere di cambiare la realtà, nessuno di noi può far tornare indietro le lancette della storia e del tempo, fermando quella mano giovanissima ma già deviata, come purtroppo tante volte accade con i ragazzi di questa città", ha aggiunto il vescovo di Napoli.

Il vescovo, 'Giogiò perdonaci, quella mano l'abbiamo armata noi'

"Perdonaci tutti Giogiò, perché quella mano l'abbiamo armata anche noi, con i nostri ritardi, con le promesse non mantenute, con i proclami, i post, i comunicati a cui non sono seguiti azioni, con la nostra incapacità di comprendere i problemi endemici di questa città abitata anche da adolescenti - poco più che bambini - che camminano armati, come in una città in guerra". Lo ha detto il vescovo di Napoli, don Mimmo Battaglia, nel corso dell'omelia per i funerali di Giovanbattista Cutolo. 

Musicista ucciso: feretro esce dalla chiesa tra gli applausi 

L'Inno alla Gioia di Beethoven accompagna l'uscita dalla chiesa del Gesu' Nuovo del feretro di Giovanbattista Cutolo. Si chiude cosi', come richiesto dai genitori, il rito funebre celebrato dall'arcivescovo di Napoli, Domenico Battaglia. A eseguirlo i ragazzi del Conservatorio di San Pietro a Majella e quelli dell'Orchestra Scarlatti. La bara, presa in spalla dagli amici del ragazzo, e' stata accolta da un lungo applauso sul sagrato della chiesa, dove nel frattempo erano arrivate tantissime persone, molte delle quali hanno seguito il funerale su un maxischermo fatto installare dal Comune.

Musicista ucciso: a Napoli si riempie piazza del Gesù

I napoletani che si sono ritrovati in piazza Del Gesù per partecipare alle esequie di Giovanbattista Cutolo hanno applaudito quando, dal maxi schermo allestito all'esterno della chiesa, hanno visto che la bara bianca è stata portata all'altare. La piazza con il passare del tempo si sta riempiendo di persone di tutte le età. Napoletani che hanno così risposto all'appello alla partecipazione lanciato in questi giorni dalla madre del giovane musicista ucciso nella notte del 31 agosto nei pressi di Piazza Municipio.

Musicista ucciso: De Giovanni, bisogna salvare i nostri ragazzi

"Questo ragazzo era un musicista, un artista, uno di quelli che sono l'espressione culturale della città. Credo che sia naturale che la Cultura si stringa attorno ai genitori come per tutti quelli che subiscono una disgrazia del genere: si sopravvive per i figli che rimangono e questa città è piena di figli che rimangono. Tutti noi abbiamo il dovere preciso di essere dalla parte dei figli che rimangono". Lo ha detto lo scrittore e presidente della Fondazione Premio Napoli, Maurizio De Giovanni, arrivando in piazza del Gesù per partecipare ai funerali del giovane Giovanbattista Cutolo. Rispondendo a una domanda sul minorenne che ha sparato, De Giovanni ha aggiunto: "Questo minorenne è una drammatica espressione dell'altra faccia di questa città, una faccia che esiste e che noi purtroppo tendiamo a ricordare solo in occasione di queste tragedie, invece ce ne dovremmo ricordare sempre. Questi ragazzi vanno salvati perché se non si salvano loro non si salvano nemmeno gli altri".

Musicista ucciso: Manfredi, città deve liberarsi da fantasmi

"Se Napoli vuole liberarsi di questi suoi fantasmi deve farlo con grande impegno delle istituzioni ma anche con grande impegno dei cittadini e qui oggi c'è stata una grande partecipazione popolare, tantissimi giovani". Lo ha detto il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, al termine dei funerali di Giovanbattista Cutolo, il giovane musicista ucciso da un minorenne lo scorso 31 agosto nei pressi di piazza Municipio. "E' stata una grande emozione, sicuramente è stato ed è un dolore enorme - ha aggiunto - perché è una morte assurda, senza motivo e questo colpisce tutti nel profondo del cuore, ma deve essere anche un'occasione per avere una partecipazione civica sempre più presente in città". Manfredi ha proseguito: "Questa morte terribile è solamente l'ultima, dobbiamo ricordare Francesco Pio, scomparso solo qualche mese fa e in circostanze simili, e le tante altre vittime innocenti della violenza e della camorra, ma se riusciamo a reagire, se diamo una prospettiva positiva alla nostra città allora significherà che queste morti non sono state inutili".