Stupro al Parco Verde, Meloni: "Andrò a Caivano, vogliamo bonificare l'area"

La presidente del Consiglio accoglie l'invito di Don Patriciello

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La Premier promette più sicurezza. Ma in questo comune lo Stato manca da troppi anni

Caivano.  

Sono anni che il prete del Parco Verde di Caivano Don Maurizio Patriciello chiede che lo Stato sia presente sul territorio. Nove anni dopo il caso di Fortuna Loffredo, la bambina di 6 anni abusata sessualmente e uccisa dopo essere stata scaraventata giù dall'ottavo piano di un palazzo, il parroco anticamorra ha lanciato di nuovo il suo grido di allarme e ha chiesto alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni di andare nel Parco verde a vedere di persona il degrado e il disagio, la disperazione di migliaia di persone che vivono ai margini della metropoli. Don Patriciello ieri ha condannato l’omertà e lanciato un invito alla presidente del Consiglio da una chiesa semi deserta. Patriciello ha chiesto dall’altare alla premier di "venire a Caivano, che è in Italia e i nostri bambini sono italiani".

La Promessa di Meloni: Verrò a Caivano

Giorgia Meloni ha raccolto il suo invito e ha promesso: "Andrò a Caivano". La premier intervenuta in Consiglio dei ministri sulla drammatica vicenda dello stupro delle due cuginette di 10 e 12 anni. 

«Obiettivo del governo è bonificare l'area - le sue parole - per la criminalità non esistono zone franche. Intendo accogliere l'invito di don Patriciello a recarmi sul posto, la mia non sarà una semplice visita, offriremo sicurezza alla popolazione».«Il centro sportivo deve essere ripristinato - ha detto ancora la presidente del Consiglio nel corso della riunione - e reso funzionante il prima possibile»

Un obiettivo ambizioso quello di Giorgia Meloni che vuole riuscire laddove prima di lei decine di governi non sono riusciti. Il rischio è he anche questa volta la visita istituzionale si trasformi in un rituale stantìo che accende i riflettori per qualche giorno poi torna a inabbissarsi nel buio profondo dell'orrore, dell'omertà e del degrado. 

Caivano comune "perennemente commissariato"

Non è solo una questione di sicurezza. Ma, come ha più volte sottolineato il parroco, di "presenza dello Stato". Soltanto tre settimane fa, il prefetto di Napoli, Claudio Palomba, a seguito delle dimissioni dalla carica di 13 consiglieri su 24 assegnati al Comune di Caivano, ha sospeso il consiglio comunale e nominato commissario il prefetto in quiescenza Gianfranco Tomao, incaricandolo della provvisoria gestione dell'ente e avviando, nel contempo, la procedura di scioglimento dell'organo consiliare. 

A Caivano l'elezione a sindaco di Enzo Falco, aveva interrotto un lungo periodo di commissariamento, durato circa 2 anni, seguito allo scioglimento dell'amministrazione per infiltrazioni camorristiche. In questi anni di "vuoto istituzionale", coincisi con il covid, anche quelli che potevano essere considerati piccoli passi in avanti a Caivano, realizzati grazie all'impegno di decine di donne e uomini, insegnanti e volontari, e anche delle forze dell'ordine, sono andati perduti. Il lungo periodo vissuto lontano dai banchi di scuola, qui, in questo territorio, ha fatto molti più danni di quanti ne ha fatti altrove.

In questo quartiere, dove basta attraversare la strada per trovarsi dal campetto di calcio dei bambini al parco del buco pieno di siringhe e tossicodipendenti che comprano droga a buon mercato, non c'è niente, solo la parrocchia e la scuola, presidi di legalità dove ogni giorno si combatte una guerra impari, dove i Golia come Don Patriciello devono vedersela con un gigante troppo più forte, pervasivo, violento, che offre soldi facili ai ragazzi e pensa di poter abusare di due bambine restando impunito, contando sull'omertà e le minacce. 

Tra i 15 ragazzi coinvolti alcuni sono legati alle famiglie che gestiscono il traffico di droga. La madre di una delle vittime ha dichiarato: “Ora temo ritorsioni perché li abbiamo denunciati”. E scatta una raccolta fondi per aiutarla a lasciare il paese. 

Le famiglie chiedono aiuto alle istituzioni attraverso il loro legale Pisani

"Le istituzioni preposte potrebbero adottare la stessa norma che tutela i pentiti di mafia, ai quali viene data l'opportunità di farsi una nuova vita con un nuovo nome, un nuovo lavoro e una nuova casa".  Così l'avvoato Angelo Pisani che chiede provvedimenti per chi ha denunciato. 

Il tribunale civile dei Minorenni di Napoli ha disposto l'allontanamento delle bambine dalle famiglie e dai luoghi dove sarebbero avvenute le violenze: adesso si trovano in una casa famiglia dove possono vedere i familiari in un ambiente protetto e sotto il controllo di uno psicologo.  

"A distanza di dieci anni dal caso di Fortuna Loffredo - sottolinea Pisani - nulla è cambiato nel Parco Verde. Anche i miei assistiti vogliono seguire la stessa strada di Mimma (la mamma di Fortuna) che ora vive altrove, lontano da questo inferno. Lo Stato che aiuta i pentiti di camorra a maggior ragione dovrebbe farlo per aiutare i bambini che in queste periferie degradate rischiano addirittura la vita, com'è accaduto proprio a Fortuna".

Per domani alle 18 è prevista una manifestazione indetta dai comitati cittadini, al Parco Verde, per mostrare sostegno e solidarietà alle vittime dello stupro di Caivano.