Morte Colasurdo, Vetere: Ricorderò per sempre quell'ultima tammurriata insieme

Oggi i funerali. Il ricordo della cantante della Nuova Compagnia di Canto popolare

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Colasurdo avevo 68 anni. Dopo un lungo calvario è morto l'altra notte. Loredana Rossi ( Atn) : era la nostra voce , caro Marcello fai buon viaggio.

Pomigliano d'Arco.  

Il re della tammurriata non c’è più e con lui scompare la forza autentica della musica popolare, l’essenza folk fatta di tammorre, tradizioni e unicità. Canti e preghiere fuse nella magia della voce unica di Marcello Colasurdo che se n’è andato a 68 anni, sfiancato nel fisico dalla malattia.

Vetere: ho perso un amico

“Ricorderò per sempre quell’ultima tammuriata assieme, sono distrutta ho perso un amico - dice Fausta Vetere della Nuova Compagnia di Canto Popolare-.   Andai un mese fa a trovarlo a casa sua. Cantammo assieme e lui, come sempre e nonostante la malattia e le sofferenze, era vitale, forte e sorrodente".

Il calvario, la malattia

Ha lottato come il leone che era, finalmente assistito anche dalle istituzioni, oltre che dagli amici di sempre. Colasurro era afflitto da un grave diabete, retinopiatia diabetica, gli avevano amputato la gamba destra fino al ginocchio, la vista lo aveva abbandonato dopo una caduta in casa ed un trauma cranico. Ma aveva tenuto duro. Poi il progressivo aggravarsi delle sue condizioni, fino all'amputazione anche dell'altra gamba. Un lungo calvario quello patito dal re delle tammorre, che ha resistito con fierezza . Purtroppo l'altra notte, al Cardarelli, il suo cuore non ha retto più.

Le canzoni, la lotta operaia

Colasurdo ha scritto la storia del folk revival italiano con il Gruppo Operaio di Pomigliano d’Arco ‘E Zezi, che dall’esordio nel 1975 con un lp come «Tammurriata dell’Alfasud».

Era la voce della Zeza, il vocione che si faceva strada in cortei e manifestazioni di lotta, prima ancora che nell'industria musicale. Nel ‘98 si era staccato dal gruppo, scegliendo la strada da solista con una paranza e collezionando collaborazioni (Nccp, Daniele Sepe, 99 Posse, Almamegretta, Modena City Ramblers), ma anche apparizioni cinematografiche (da «Immacolata e Concetta» di Piscicelli a «L’intervista» di Fellini).

Vennero gli anni Novanta e la sua voce risuonò tra collettivo e occupazioni studentesche. La sua presenza non è mai mancata fino al 2020 alle feste tradizionali delle sette Madonne, passando dai concertoni alle aie con la stessa immancabile certezza: «Meglio ‘na tammurriata che ‘na guerra. Niente discriminazioni per niscuno simmo tutto figli Ra Maronna». Dovunque ci fosse una buona causa lui c’era. 

"Addio a Marcello Colasurdo il 'Re della tammurriata'. Ci lascia un artista geniale e sensibile che ha saputo interpretare i sentimenti più popolari dapprima con I Zezi e poi con La Paranza. Un musicista raffinato, un cantante coinvolgente, un attore che ha lavorato anche con Mario Martone e Federico Fellini". Così, in un post su Facebook, il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca. "Ai familiari, amici e compagni d'arte il cordoglio di tutta la comunità campana che lo ha sempre amato", ha concluso. 

Colasurdo resterà per sempre un mito e un maestro, sciamano della musica popolare cantata sempre con spirito di resistenza al tempo. "Adesso alzate le vostre tammorre nell'alto dei cieli e suonate per me! Io da lì continuerò a suonare per voi nei cerchi della terra e dei campi Elisi. Grazie a tutti per l'amore che mi avete dato": questo il post pubblicato stamani sulla pagina facebook del musicista che ne annunciava la scomparsa suscitando il cordoglio della rete. Nei mesi di maggio e giugno Colasurdo aveva raccontato di essere ricoverato all'Ospedale Cardarelli di Napoli e di aver subito nuovi interventi chirurgici, non rinunciando a dialogare grazie ai social con amici e ammiratori. Nella sua ultima intervista al Mattino si era detto addolorato per la barbara uccisione del clochard africano, avvenuta nella sua città. I funerali di Colasurdo si svolgeranno questo pomeriggio a Pomigliano nella chiesa di San Felice. Colasurdo è stato artista proletario e operaio lui stesso, negli anni '70 lavorò infatti all'Alenia di Pomigliano, lì dove nacquero I Zezi e brani celebri come "Tammurriata dell'Alfa Sud", musica e storie che portò anche fuori dall'Italia, dalla Germania all'America, con le Nacchere rosse chiamate così in omaggio ai pomodori della sua terra.