Sorrento, l'arcivescovo Alfano: "Mai più preti leader o comunità isolate"

La "Messa Crismale" celebrata alla Cattedrale di Sorrento con i presbiteri dell'Arcidiocesi

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Mons. Alfano: "Custodiamo il dono della fraternità nel presbiterio. Guardiamo ai giovani, accogliamoli e diventiamo loro compagni di viaggio".

Sorrento.  

Nella Cattedrale di Sorrento l’Arcivescovo S.E. Mons. Francesco Alfano ha presieduto la celebrazione della Santa Messa Crismale con i presbiteri dell’Arcidiocesi di Sorrento Castellammare di Stabia. Un appuntamento emblematico e di grande fascino al quale hanno preso parte moltissimi fedeli in tutta la sua pienezza.

Durante la celebrazione sono stati consacrati gli oli benedetti per l’unzione dei catecumeni e degli infermi e il santo crisma per l’unzione battesimale, la cresima e l’ordine sacro e i presbiteri hanno rinnovato le promesse pronunciate il giorno dell’ordinazione.

Il Vescovo: in questo tempo di Pasqua accogliamo i doni della grazia e della pace

Intensa e profonda l’omelia del Vescovo Alfano che ha invitato l’assemblea tutta e i presenti ad accogliere con amorevolezza, in questo tempo pasquale, i doni della grazia e della pace, per diventarne costruttori coraggiosi e tenaci affinché l’intera famiglia umana ne goda. In particolare ha ricordato la missione della Chiesa nel giorno in cui riscopre la sua vocazione sacerdotale.

“Carissimi confratelli, il primo e fondamentale impegno è custodire il dono della fraternità nel presbiterio. Essa non è solo un ideale da perseguire, ma è il presupposto, il punto di partenza e non la vaga meta del nostro agire pastorale. Non possiamo pensarci ministri del Vangelo isolati dalla comunione presbiterale. Non saranno i limiti degli altri preti a farci rallentare il passo, perché conosciamo bene innanzitutto i nostri. La fraternità deve assumere volti e stili concreti. Si deve incarnare in scelte quotidiane, fatte di gesti e attenzioni, nell’apertura e nell’accoglienza dell’altro. Occorre vincere ogni resistenza, lavorando su sé stessi e accettando la correzione, sempre dolorosa ma necessaria per la cresciuta di ciascuno”.

Un accento importante, nel corso dell’omelia, è stato posto sul cammino sinodale che la diocesi sta sperimentando negli incontri zonali oramai da due anni

“Impariamo ad ascoltarci tutti, dando tempo all’altro così come lo esigiamo per noi, accogliendo la novità che ognuno sempre porta con sé e che ci arricchisce più di quanto possiamo immaginare. Non più preti soli o comunità isolate. Mai più preti autoreferenziali o leader che per emergere oscurano o ignorano gli altri. Sì al cammino fatto insieme, dove l’originalità dei singoli è riconosciuta, apprezzata e armonizzata nell’unione fraterna. Sì a un cammino sinodale che continui nel tempo e diventi stile ordinario di tutte le nostre comunità”

L'accorato appello rivolto alle nuove generazioni

“Volgiamo lo sguardo ai giovani. Guardiamoli insieme con trepidazione e preoccupazione. Ma anche con fiducia e speranza. Ci stupiscono, pur tra mille contraddizioni, per la loro capacità di individuare i punti deboli della società in cui si stanno inserendo e i germogli di novità per il futuro del mondo. Ci sorprendono. E ci chiedono di ascoltarli, facendoci loro compagni di viaggio. Con Papa Francesco, che ha aperto il cuore a quanti con sorpresa – anche nella nostra diocesi – hanno accolto l’invito a partecipare alla GMG di Lisbona, diciamo loro”.