Al via il premio nazionale intitolato alla memoria di Annalisa Durante

Fu uccisa a Napoli 14 anni fa durante uno scontro a fuoco tra i clan del quartiere Forcella

al via il premio nazionale intitolato alla memoria di annalisa durante

Il premio a lei intitolato nasce il 19 febbraio 2019, giorno in cui Annalisa avrebbe compiuto trent'anni...

Napoli.  

Al via il premio nazionale intitolato alla memoria di Annalisa Durante, uccisa a Napoli a 14 anni, durante uno scontro a fuoco tra i clan del quartiere Forcella mentre rincasava.

Il premio a lei intitolato nasce il 19 febbraio 2019, giorno in cui Annalisa avrebbe compiuto trent'anni. In questa quarta edizione, al concorso scolastico nazionale si affiancano altre tre sezioni: 'la chiamata alle arti', 'la chiamata alla lettura' e 'Annalisa all'universita".

L'ampliamento del concorso permetterà il coinvolgimento anche di studenti universitari e non piu' solo di ragazzi fino alla scuola secondaria di primo grado . "Per me questa e' sempre una giornata complessa, anche se, vedendo tutta questa partecipazione e tutta questa presenza, sento che mia figlia e' viva", dice Giovanni Durante, padre di Annalisa, che dal 2004 si occupa a tempo pieno della biblioteca intitolata alla figlia, nel quartiere, raccogliendo libri da tutta Italia e mettendoli a disposizione della collettivita'. "Sto aspettando l'autorizzazione per creare una biblioteca intitolata a lei nel carcere di Napoli Poggioreale - aggiunge - voglio una biblioteca tutta colorata perche' i detenuti devono vedere i colori della vita".

Chi era Annalisa

Annalisa Durante Annalisa Durante era una ragazza di 14 anni, graziosa, con i suoi occhi azzurri e il sorriso sempre stampato sulle labbra, che amava stare in compagnia dei suoi coetanei, allegra, vivace ma comunque consapevole del degrado del suo quartiere e delle problematiche che lo affliggevano.

Infatti come ricorda la sua insegnante di matematica e scienze Annalisa scrisse una lettera molto bella nella quale descriveva i problemi del suo quartiere riportando spesso la frase: “un giorno vorrò vivere in un'altra città”. Nel suo diario scriveva "le strade mi fanno paura. Sono piene di scippi e rapine. Quartieri come i nostri sono a rischio…ci sono i ragazzi che si buttano via e si drogano senza motivo… mi fanno pena quei tossicodipendenti che barcollano tutti i giorni sotto le nostre case" o anche semplicemente "vorrei fuggire, a Napoli ho paura"