Clochard a Napoli, "Caro assessore, non dare da mangiare non ferma la povertà"

Sotto accusa le affermazioni di Luca Trapanese" se c'è chi gli da' da mangiare non andranno mai via"

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La Comunità di Sant'Egidio replica: "Dove si potrebbero collocare circa 2000 persone visto che i posti letto a disposizione in città sono solo 300?"

Napoli.  

"Le associazioni di volontariato fanno del bene ma creano anche danni. Non ho paura di dirlo, se c'è gente che continua a dare da mangiare e fornire supporto ai clochard, i senza dimora non se ne andranno mai dalle strade". Così l'assessore al welfare del Comune di Napoli intervenuto ieri durante la commissione convocata sul degrado di Galleria Umberto. Luca Trapanese ha invocato un maggiore coordinamento con le tante attività di volontariato presenti a Napoli, per non vedere vanificato lo sforzo che si sta compiendo in questi mesi. Ma le sue dichiarazioni hanno acceso il dibattito. Da un lato ci sono residenti e negozianti di galleria Umberto che chiedono interventi risolutivi contro il egrado, dall'altro c'è un problema molto più grande che risiede nell'aumento vertiginoso di persone senza fissa dimora in città. 

La comunità di Sant'Egidio, da decenni al fiano delle persone più deboli, è intervenuta sul tema e  chiede un confronto con l'assessore. Di seguito la nota inviata dai eferenti campani della Comunità di Sant'Egidio. 

"Le affermazioni dell’Assessore al Welfare del Comune di Napoli Luca Trapanese circa il fatto che l’aiuto dato ai poveri che vivono per strada dalle associazioni di volontariato favorisca il permanere di situazioni di povertà destano stupore,,  perplessità e forte preoccupazione. La Comunità di Sant’Egidio e la Croce Rossa Italiana, presenti da oltre trent’anni per le strade di Napoli, seguono e conoscono le singole e complesse vulnerabilità di questi nostri fratelli. Si finisce per strada per la perdita del lavoro, per la rottura di un matrimonio, perché sfrattati da casa o per il sopraggiungere di patologie psichiatriche. Improvvisamente oppure lentamente ma inesorabilmente la vita di esistenze marginali naufraga nel mare della miseria. 

Certo se smettere di portare cibo e aiuto ai poveri risolvesse il problema dei senza fissa dimora Napoli non esiteremmo un secondo. Ma sappiamo bene che non è così. D’altra parte dove si potrebbero collocare circa 2000 persone visto che i posti letto a disposizione in città sono solo 300? Mentre i soli volontari ne hanno accolti in questi ultimi inverni oltre cento in piccole accoglienze familiari. E poi chi conosce bene la vita e le problematiche di gente devastata dalla solitudine e talvolta dall’alcol e dalla droga sa bene che non bastano poche parole per convincere a lasciare la strada, ma ci vogliono azioni continuative nel tempo, rapporti fiduciari che si devono creare e supporto specialistico.

Si vuole liberare il salotto buono senza dare indicazioni risolutive

"Se si vuole liberare il salotto buono di Napoli senza dare indicazioni concrete e risolutive, semplicemente spostando i poveri da un posto all’altro, cadremo in una sorta di gioco dell’oca per poi tornare al punto di partenza - continua la nota -  La Comunità di Sant’Egidio e la Croce Rossa sono sempre disponibili a confrontarsi con le istituzioni per trovare insieme soluzioni, un confronto che deve essere pero' rispettoso e deve tenere conto della grande esperienza acquisita in questi anni. 

Infine, sarebbe davvero deprecabile e assurdo se, come è stato paventato nella commissione welfare del Comune di Napoli, vengano multati e sanzionati coloro che prestano aiuto ai poveri, la multa appare infatti come una violazione del diritto di solidarietà ed umanità che non possono essere messi in discussione da nessuno. Impedire gli spazi di aiuto e di solidarietà, questo sì offuscherebbe l’immagine della città, che ha sempre fatto dell’inclusione e dell’accoglienza un suo modo di essere e che anche per questo è conosciuta ed apprezzata in tutto il mondo".