Quando a Napoli Pelè veniva ricordato solo per inneggiare a Canè

La scomparsa del calciatore numero uno al mondo

quando a napoli pele veniva ricordato solo per inneggiare a cane
Napoli.  

Storie di brasiliani. E ora che lui, 'o Rey è morto, a Napoli vengono alla mente tanti ricordi. Il primo forse anche un pò banale è lo slogan: Didì, Vavà e Pelè siti a 'uallera e Canè, come dire nessuno di voi talentuosi brasiliani può arrivare a Faustinho che all'ombra del Vesuvio ha fatto sognare tanti tifosi partenopei. 

De Laurentiis: Pelè, un simbolo della sua epoca

"Pelè era, per tutti i ragazzi della mia generazione, il calcio. Si poteva essere tifosi o meno, ma Pelè era un grande simbolo positivo della sua epoca. È una scomparsa che rattrista tutti. Ciao grande campione". È il cordoglio del presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, via Twitter. 

Il cordoglio del Napoli

Pelé mano nella mano con Maradona, sulle nuvole. "Eternal", il messaggio illuminato dalla luce del tramonto. Così il Napoli ha espresso il suo cordoglio sui social: con un disegno stilizzato che ricompone la coppia più leggendaria del calcio mondiale.

Pelè e Diego, una storia senza fine

Diego Armando Maradona e Edson Arantes do Nascimento. Diego e Pelé. Ora che la retorica del lutto li racconterà di nuovo uniti "lassù", quaggiù va rivissuta postuma la loro vita terrena, prossimi per grandezza ma mai davvero vicini.

Il rapporto tra le due più grandi superstar del calcio di tutti i tempi è stato un giro di montagne russe emozionali. Dalla vicendevole ammirazione assoluta al disonore, dalle chicane mediatiche agli eventi di pubblicità condivisa. Un destro e un mancino. Compatibili, come pezzi dello stesso puzzle divino.

Nel Gennaio 1979 Maradona gioca il Mondiale Under 20. Erano i tempi della prima copertina della rivista El Gráfico, insieme a Juan José Meza di Tucumán. Diego aveva un altro sogno, oltre a quello di essere un campione del mondo: "Volevo incontrare Pelé", disse a Guillermo Blanco, storico giornalista della rivista sportiva. Per incontrarsi davvero ci vollero altri tre mesi.

Dopo aver giocato con l'Huracán, il rappresentante di Diego, Jorge Czyterspiller, e il papà lo portano in aereo a Rio de Janeiro. Pelé li aspettava nella sua casa di Copacabana. E' lì che viene scattata la storica fotografia di Ricardo Alfieri, quella con la chitarra. Non finì in copertina, quella foto. Perché Víctor Galíndez aveva mantenuto la corona mondiale dei pesi medi e a lui diedero la prima pagina. Maradona portò a casa da quell'incontro un pallone, una maglia del Brasile e un orologio di Pelé.

Tra i due campioni rapporto di odio e amore

Il brasiliano torna prepotente nella vita di Diego. Nel novembre 1981, il Boca va in Costa d'Avorio per una tournée. Blanco accompagna Maradona e racconta quello che Diego gli disse in quel viaggio: che era stanco e che "pensava di smettere". Diego insisteva: "Lascio il calcio". La storia arriva alle orecchie di Pelé, che gli invia una lettera accorata affinché ci ripensi. Mise una buona parola, la migliore. L'amore regge intatto fino al picco di fama di Maradona: Barcellona, il Napoli, Messico '86 e la Nazionale argentina. Il trono di O Rei trema.

"Diventano nemici a causa delle voci che compaiono sui media e che i giocatori a volte tendono a bersi", racconta ancora Guillermo Blanco. Maradona inizia a chiamarlo "el morocho" e nel programma "El Rayo" nel 1998 accusa esplicitamente Pelé di aver avuto la sua prima relazione sessuale con un bambino.

E' il punto più basso. Anche Pelé ci andava giù pesantissimo: "Maradona è un cattivo esempio- disse una volta- Era un ottimo giocatore ma, sfortunatamente, il mondo intero può vedere cosa ha fatto della sua vita". E ancora: "Basta guardare i fatti: chiaramente ero più completo io. Sai quanti gol di testa ha segnato Diego? Nessuno. Pelé, cento. E di destro? Ho segnato un totale di 1.281 gol. Questo non ti dice niente?". "Pelé è uno schiavo", ribatté Diego. "Ha venduto il suo cuore alla Fifa. E poi, quando la Fifa lo prende a calci, vuole fare amicizia con noi giocatori. Ma dai... non c'è nero che non sbiadisca!".