La notte dei disoccupati, di chi ha perso la casa, delle famiglie in preda alla povertà, la notte degli ammalati, e la notte della guerra. A tutti coloro che attraversano il buio il Vescovo Don Mimmo Battaglia, citando Eduardo, dice: "Adda passà 'a nuttttata". Una lettera di auguri che scuote ed emoziona quella scritta dall'arcivescovo di Napoli ai fedeli.
A tutti ricorda che «quella notte, quella santa Notte» racconta storie di fede, storie di carità ma anche di travagli, miserie, infedeltà, delusioni e speranze.
«Scrivo a te, Notte, per raggiungere con il Dio della luce le notti di questa nostra terra, di questo nostro tempo. Penso alle notti dei tanti giovani che incontro ogni giorno: alla notte di Luigi costretto ad andare lontano per trovare un lavoro dignitoso, a quella di Ciro che dal tempo del lockdown è in prigione nella sua camera, rifiutando ogni amicizia e facendo sentire i suoi genitori disperati e impotenti, a quella di Matteo che dalla finestra di una comunità-alloggio sogna un futuro dal sapore di casa e di famiglia».
E poi ci sono le «notti di tante famiglie nella morsa della povertà, alle notti di Francesca che da poco ha perso il lavoro, a quella di Carmine che è in cassa integrazione e le cui sorti sono appese a un filo in mano a una cinica multinazionale, a quella di Luisa che con la sua misera pensione fatica ad arrivare a fine mese». E poi ci sono le notti dei vambini che soffrono in una stanza di ospedale. «Penso alle notti Vitaly e di Olga, a quelle di Peter e Felix, alle notti di guerra di tanti popoli». A tutti loro, don Battaglia, spera che la «Notte santa, porti una carezza di speranza, un fascio di luce, una melodia di amore e di vita». Perchè solo sperando nella «“buona notizia” di quel Bambino vi è il segreto del riscatto, la forza pacifica e potente della lotta per la giustizia, le istruzioni più utili per costruire la pace. Che il canto degli angeli accompagni le notti dei tanti bambini vittime della guerra e dell’ingiustizia, della malattia e dell’incuria, che la sua melodia arrivi al cuore dei potenti sciogliendone i grumi più duri, trasformando il nostro cuore di pietra in un cuore di carne»
"Che la notte più buia è anche quella in cui occorre restare più vigili, per scorgere i tanti segnali di luce che pure non mancano e da cui occorre ripartire per affrettare insieme l'aurora».