Torna l'ora solare, ma c'è una petizione per mantenere l'ora legale: ecco perché

Nella notte tra sabato 29 ottobre e domenica 30 ottobre 2022 si cambia: orologi indietro di un'ora

torna l ora solare ma c e una petizione per mantenere l ora legale ecco perche

Raccolte 265.000 firme per il mantenimento dell'ora legale: con questi prezzi dell'energia, nel 2023 si risparmierebbe due miliardi e mezzo di euro

Napoli.  

Torna l'ora solare in Italia. Nella notte tra sabato 29 ottobre e domenica 30 ottobre 2022 si cambia: bisognerà spostare le lancette dell'orologio un'ora indietro alle 3 del mattino. La modifica consentirà di dormire nell'immediato un'ora in più. Parallelamente, si perde un'ora di luce naturale mentre ci si avvia verso la seconda parte dell'autunno e quindi verso la stagione invernale. L'ora solare rimarrà in vigore fino a domenica 26 marzo 2023, quando verrà ripristinata l'ora legale.

Terna, con l'ora legale risparmiati 190 milioni di euro

Nei 7 mesi di ora legale, secondo Terna il sistema elettrico italiano ha risparmiato circa 190 milioni di euro perché dal 27 marzo ha beneficiato di minori consumi per 420 milioni di kwh, pari al valore di fabbisogno medio annuo di circa 150 mila famiglie. Questo ha consentito una riduzione delle emissioni di CO2 in atmosfera, pari a 200mila tonnellate. Dal 2004 al 2022, secondo Terna il minor consumo di energia elettrica per l'Italia dovuto all'ora legale è stato complessivamente di circa 10,9 miliardi di kWh e ha comportato un risparmio per i cittadini di circa 2 miliardi di euro.

Petizione con 265mila firme per mantenere l'ora legale

Per questa ragione, la Società Italiana di Medicina Ambientale (https://www.simaitalia.org/) e Consumerismo No Profit (https://associazione.consumerismo.it/) in poche settimane hanno raccolto 265.000 firme a una petizione per il mantenimento dell'ora legale. Sostengono che, con questi prezzi dell'energia, nel 2023 si risparmierebbe due miliardi e mezzo di euro. Per questo chiedono alla premier Meloni di prolungare l'ora solare almeno per un mese, a titolo sperimentale.

"Siamo oramai a numeri da proposte di Referendum Popolare - spiegano il presidente Sima, Alessandro Miani, e il presidente di Consumerismo, Luigi Gabriele - A questo punto non escludiamo di percorrere formalmente questa strada, dato che è stata appena varata la piattaforma digitale per la sottoscrizione dei Referendum abrogativi".