Il presente e il futuro turistico della Penisola Sorrentina restano al centro del dibattito pubblico nella prima stagione post-pandemica che ha visto la forte ripresa del settore facendo registrare il sold out di presenze e prenotazioni come non accadeva fino al 2019.
Il riaffacciarsi, prepotente, di diverse emergenze legate al turismo soprattutto nella stagione estiva, in primis quello del traffico e della mobilità nell'area, pone la politica e le amministrazioni del territorio, ma anche il mondo imprenditoriale in tutte le sue diverse espressioni innanzi all'urgenza di operare scelte decisive per le sorti globali della Costiera.
Michele Guglielmo, ex manager di importanti realtà alberghiere e oggi presidente dell'Associazione "Aria Nuova", ha proposto alla discussione un dossier frutto anche di un confronto con esperti del settore turistico che operano o hanno operato in importanti realtà alerghiere in Italia e all'estero.
"Come Associazione Aria Nuova Penisola Sorrentina abbiamo operato più di un tentativo per cercare degli interlocutori con cui porre le basi per nuove prospettive del turismo post-Covid. Non abbiamo mai riscontrato un interesse concreto forse perché abbiamo sempre parlato di turismo di qualità in una località dove il turismo di massa ha ormai preso il sopravvento grazie alla massiccia presenza di TO internazionali – questi oltre ad imporre le tariffe lucrano sulla vendita diretta delle escursioni alle varie località confinanti – e alla politica di albergatori locali che ancora oggi praticano il metodo del “vuoto per pieno”.
Che altro ha inciso sulla situazioni di criticità rilevate?
"La comparsa dei B&B che hanno avuto uno sviluppo abnorme tanto che il centro storico di Sorrento è praticamente privo della popolazione indigena che è stata sfrattata per rendere disponibile l’abitazione ai proprietari che l’hanno convertita in B&B. La conseguenza è stata la sparizione del commercio di vicinato e dell’artigianato i cui laboratori sono stati anch’essi convertiti in wine bar, vendita di cineserie, etc. L’allontanamento della popolazione indigena verso comuni vesuviani ha notevolmente impoverito la città in quanto si è privata di quella parte della società attaccata alle tradizioni e alla cultura popolare e disponibile ai lavori artigianali e manuali. Il traffico interno già insopportabile si è ulteriormente aggravato con l’arrivo nel porto di navi passeggeri che sbarcano migliaia di persone in partenza per le escursioni a Pompei, Ercolano, etc, utilizzando decine di bus turistici e NCC. Ciò nonostante esistono alcune strutture ricettive che si sono vocate al turismo individuale di qualità, nonché un’ organizzazione turistica di alto livello".
Come avete proceduto nella redazione del dossier?
"Abbiamo sentito il bisogno di confrontarci con professionisti del turismo sorrentini che hanno avuto o stanno tutt’ora vivendo esperienze di lavoro fuori della penisola in Italia e all’estero. Sono persone laureate che rivestono ruoli apicali:
Martino Acampora, CEO del Gruppo di Hotel di Lusso Shedir;
Paola Caciolli, GM Hilton Kuala Lumpur, Malesia;
Marco Di Carmine, Cluster Gm Gd Hotel Arenzano e Hotel Punta San Martino, Genova;
Valeria Fruscio, GM Hilton Curio, Roma;
Pietro Graziano, GM Holiday Inn, Cava dei Tirreni;
Alessio Lazazzera, GM Gd Hotel Excelsior Venezia Lido;
Carmine Ponticorvo, Chief Financial Officer Gd Hotel et De Milan, Milano;
Giuseppe Savarese, Direttore Commerciale e Sviluppo Hilton Sorrento Palace.
Abbiamo acquisito anche il parere sull’andamento commerciale e sulla redditività degli alberghi a livello nazionale di Roberto Galano, già vicepresidente esecutivo del Gruppo internazionale Jones Lang LaSalle".
Il lavoro, che sta suscitando interesse e apprezzamenti per la puntualità con cui sono stati affrontati i diversi aspetti del problema, è consultabile nella sua versione integrale sul sito dell'Associazione e sulle pagine facebook.
Può a ragione rappresentare la base di partenza per un confronto tra le Amministrazioni peninsulari che appaiono interessate a dar vita all'Unione dei Comuni per coordinare e gestire in modo congiunto quelle attività e quei servizi che in questo modo possono essere ottimizzati realizzando anche consistenti economie di spesa.