E' allarme nel rione Sanita' a Napoli per la definitiva scomparsa di una scuola superiore che dagli anni '90 aveva contribuito alla rinascita di quel pezzo di citta' ricco di monumenti ma anche con sacche di degrado.
La Rete del Rione Sanita' annuncia che "l'unico istituto superiore che abbiamo, il Caracciolo-Salvator Rosa, chiudera' per ospitare corsi di formazione professionale. E' sconfortante vedere la facilita' con la quale si pensa di poter chiudere una scuola di fronte a una catastrofe educativa che la sindemia sta comportando in tutto il paese (e non solo), con tassi paurosi di dispersione scolastica". La nota, firmata da padre Alex Zanotelli, il missionario comboniano da tempo vive nel rione, insiste su come sia "sconvolgente pensare di chiudere una scuola pubblica in un quartiere difficile e deprivato. E' da anni che la Rete ha sollevato l'attenzione di tutti sulle criticita' di questo istituto".
"Fino a otto anni fa - ricostruisce Zanotelli - il Caracciolo accoglieva circa 600 studenti, diminuiti poi a 480 per cui, per legge, e' stato accorpato all'istituto Isabella D'Este, distante dal rione Sanita'. Al Caracciolo non e' rimasta ne' la vicepresidenza (la preside e' all'Isabella d'Este) ne' la segreteria. Si e' assistito nel corso degli ultimi anni a un lento declino dell'istituto, per cui le iscrizioni e altre pratiche burocratiche si svolgono all'Isabella d'Este. La rete ha evidenziato questi devastanti risultati a tutte le autorita' competenti del governo nazionale e a Napoli, sia di quel periodo che attuali senza ottenere nessun risultato". Il Caracciolo ad oggi conta 60 studenti. E il dialogo avviato con la Regione Campania per trovare una soluzione non ha dato frutti "per tecnicismi". "E' importante la presenza di una scuola pubblica come presidio di legalita' in un quartiere svantaggiato. La Rete sollecita urgentemente un incontro con le autorita' competenti. Oggi giornata della festa della Repubblica la camorra celebrera' la chiusura di una scuola pubblica perche', come diceva Antonino Caponnetto, la malavita organizzata ha piu' paura della scuola che non della giustizia", conclude il missionario.