Pronto soccorso, niente medici: deserto anche il bando per il S. Giovanni Bosco

L'asl Na 1 conferma: così impossibile riaprire. Intanto anche i medici di base lanciano l'allarme

pronto soccorso niente medici deserto anche il bando per il s giovanni bosco

Nessuna adesione di medici al bando per specialisti ambulatoriali. Solo una domanda presentata, ma non ha i requisiti. Nuovo flop dopo quello per il Cardarelli

Napoli.  

Due giorni fa il bando del Cardarelli era andato deserto, ora anche l’avviso pubblico senza limiti di posti pubblicato dalla Asl Napoli 1 per assumere specialisti ambulatoriali per il san Giovanni Bosco, scaduto oggi a mezzogiorno, non ha raccolto nessuna adesione.

La fuga dal pronto soccorso dunque avviene già a monte. Non solo i medici assunti che esasperati da turni massacranti scelgono di andarsene, ma anche i nuovi medici sono attratti da tutte le altre specialistiche tranne che quelle legate all'emergenza urgenza.

Nel caso del San Giovanni Bosco la ricerca di personale specialistico ambulatoriale di Pronto soccorso avrebbe consentito di organizzare meglio i turni del dipartimento di emergenza/urgenza del presidio ospedaliero.

Il manager dell'asl napoli 1 Ciro verdoliva si è detto amareggiato per l'esito del bando pubblicato la scorsa settimana e ha sottolineato che “Allo stato delle cose nonostante gli sforzi messi in campo, e non solo negli ultimi mesi è impossibile aprire il pronto soccorso del Presidio Ospedaliero San Giovanni Bosco”. .

Intanto il sindacato dei medici ospedalieri Anaao Assomed è tornato sulla vicenda del Pronto soccorso del Cardarelli: «Le immagini del pronto soccorso dell’Ospedale Cardarelli, che tanta indignazione hanno suscitato, sono figlie della crisi strutturale del sistema di emergenza-urgenza. E la latitudine non c’entra, visto che lo stato dei Pronto Soccorso è rimasto l’unico elemento nazionale di un Servizio Sanitario balcanizzato. Come dimostrano le notizie di stampa sul S. Camillo di Roma e le contestuali dimissioni del primario cinquantenne del pronto soccorso dell’ospedale di Vicenza, un’altra faccia della stessa medaglia».

In una nota, il sindacato dei medici evidenzia che «la trasformazione dei pronto soccorso da strutture deputate all’emergenza e all’urgenza in ambienti inadeguati, insicuri e, non di rado, indecenti, ha la sua prima causa nel fenomeno della lunga attesa di un posto letto che non c’è a causa dei tagli che hanno introdotto più ”moderni“ posti barella».

Ma l'allarme si estende ora anche ai medici di famiglia. Quelli che per primi rispondono alla domanda di salute dei cittadini e che oggi denunciano le condizioni non visibili ma comunque precarie nelle quali sono costretti a lavorare.

Luigi Sparano e Corrado Calamaro (Fimmg) parlando di una medicina del territorio ormai allo stremo. "Chi attacca la medicina di famiglia dovrebbe riflettere sul fatto che 200 accessi di pronto soccorso mandano in tilt un ospedale come il Cardarelli, mentre per noi medici di famiglia 200 richieste di assistenza sono la normalità quotidiana".