Napoli: dopo Sepe arriva don Mimmo il "prete di strada"

Nel salone Salone Arcivescovile, il cardinale ha presentato il suo successore

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Napoli.  

Il momento è emozionante nel Salone Arcivescovile della Curia di Napoli e il cardinale Crescenzio Sepe, 77 anni, mostra tutta la sua umanità e il suo legame profondo con Napoli, nel presentare il suo successore, Domenico Battaglia, 57 anni sacerdote della diocesi beneventana di Cerreto Sannita-Telese-Sant'Agata de' Goti. 

Sepe legge il messaggio del futuro arcivescovo metropolita di Napoli che è ricco di orgoglio e di visione per il futuro. 

Battaglia ha svolto studi filosofico-teologici al Seminario San Pio X di Catanzaro. Ordinato sacerdote il 6 febbraio 1988, è stato rettore del Seminario Arcivescovile Liceale di Catanzaro e membro della Commissione Diocesana Giustizia e Pace (1989-1992), quindi parroco nel suo paese, Satriano, tra il 1992 e 1999. Dal 1992 è stato presidente del Centro Calabrese di Solidarietà, struttura legata alle Comunità Terapeutiche (Fict) di don Mario Picchi. Dal 2000 al 2006 e' stato vicepresidente della Fondazione Betania dell'Arcidiocesi Metropolitana di Catanzaro-Squillace. Durante la sua attivita' pastorale all'interno dell'Arcidiocesi di Catanzaro-Squillace si è interessato ai più deboli e agli emarginati tanto da essere chiamato "prete di strada". Dal 2006 al 2015 ha ricoperto l'incarico di presidente nazionale della Federazione Italiana Comunità Terapeutiche. Eletto Vescovo di Cerreto Sannita-Telese-Sant'Agata de' Goti il 24 giugno 2016, è stato consacrato il 3 settembre successivo. 

"Napoli, incrocio di bellezza e di ricchezze umane all'ombra del Vesuvio, con la sua complessità ed i suoi evidenti problemi, alcuni antichi ed altri nuovi, rappresenta il vero tesoro del Sud, con i suoi limiti e le sue possibilità - ha scritto nel suo messaggio don Mimmo - Accanto al desiderio di questa umanità che vuole rialzarsi, ci sono tanti che sperano ci sono tante che sperano e lottano ogni giorno per la giustizia, l'onesta', l'uguaglianza e la preferenza verso i più deboli, ma anche per la mancanza del lavoro, che rimane la vera piaga di questa nuova società. Con questa speranza, con questa forza, desidero venire tra voi e condividere la vita ed il cammino della nostra fede battesimale”.

Sepe ha parlato del suo futuro, si ritirerà nell’appartamento di Capodimonte, dove ha detto “voglio morire con il mare negli occhi”. 

Nella sua lunga esperienza a Napoli il cardinale ha visto “tante cose belle. È una realtà con tante difficoltà ma molto ricca di santità”. 

Sepe continuerà ad avere il ruolo di amministratore della diocesi fino alla presa di possesso di Mimmo Battaglia che avverrà nelle prossime settimane.