Pizza napoletana: celebrato anniversario riconoscimento Unesco

A dieci anni dall’iscrizione della dieta mediterranea nella lista dei beni mondiali...

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L'evento

Napoli.  

A tre anni dall’iscrizione dell'Arte del Pizzaiuolo Napoletano come Patrimonio culturale immateriale dell’Umanità, si sono moltiplicate le richieste, da ogni parte del mondo, di veri pizzaiuoli di scuola napoletana. Si tratta di un segnale importante per il made in Italy e di un traguardo che occorre tutelare e valorizzare al meglio. La pizza, inoltre, può diventare lo strumento ideale per promuovere una rete di valore che integra la bontà del cibo genuino con la promozione del territorio, dell’economia e della cultura partenopea e campana, attraverso un turismo responsabile e sostenibile e attraverso esperienze enogastronomiche in grado di raccontare la cultura e la tradizione di un intero territorio.

Se ne è parlato ieri pomeriggio nel corso della web conference trasmessa in diretta streaming “#PizzaUnesco e #DietaMediterraneaUnesco: tutela, valorizzazione e trasmissione alle generazioni future del patrimonio culturale ed agroalimentare”, organizzata dalla Fondazione UniVerde e dall’Università degli Studi di Napoli “Federico II”, con il sostegno della Regione Campania, nell’ambito delle più ampie celebrazioni per il 3° Anniversario promosse dalla stessa Regione. Insieme all'Arte del Pizzaiuolo Napoletano, sono stati celebrati anche i dieci anni dal riconoscimento della Dieta mediterranea quale Patrimonio dell'Umanità.

Alfonso Pecoraro Scanio (Presidente Fondazione UniVerde): “Festeggiamo questo terzo anniversario con la consapevolezza che dobbiamo investire maggiormente sulla conoscenza e sulla tutela dei nostri patrimoni culturali e agroalimentari. La pizza, in questo senso, può diventare ancora di più il simbolo della lotta all'italian sounding. La grande notorietà derivata dal riconoscimento Unesco all'Arte del Pizzaiuolo Napoletano ha moltiplicato anche il fake food, cioè i tentativi di contraffazione e di agropirateria. È bene sottolinearlo perché la pizza è il maggior bersaglio di imitazioni fuori dai nostri confini. Occorre salvaguardare l'autenticità della vera pizza napoletana”.

Matteo Lorito (Rettore dell'Università degli Studi di Napoli Federico II): “Si tratta di un’arte autentica che si basa su una competenza anche tecnologica, antica e capace di sfruttare pienamente la qualità dei prodotti agroalimentari dei territori meridionali. È inoltre un’opportunità culturale che rappresenta, anche per la nostra Università, un punto di valore per iniziative formative e di ricerca. Da questo punto di vista, il Dipartimento di Agraria ha finanziato un progetto nazionale per uno studio focalizzato sulla preparazione di pizze equilibrate e che rispondono alle esigenze del territorio”.

Rosanna Romano (Direttore generale per le Politiche Culturali e il Turismo, Regione Campania) ha illustrato la legge regionale che punta alla valorizzazione dei beni immateriali Unesco della Campania: “Celebrare l'anniversario del riconoscimento ha un carattere celebrativo, divulgativo e formativo. L'arte del pizzaiuolo napoletano è un elemento culturale di altissimo valore perché rappresenta una comunità specifica, ma anche relazioni e professionalità del territorio. Occorre continuare a sostenere questi obiettivi e fare sistema attraverso l'incontro tra tutti gli attori”.

Anna Laura Orrico (Sottosegretario, Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo): “Oggi si celebrano due istituzioni del made in Italy. Arte del pizzaiuolo e Dieta mediterranea sono altissime espressioni culturali e rappresentano stili di vita con particolarità specifiche e di cui dobbiamo andare orgogliosi. Si tratta di patrimoni capaci di attivare anche una rinascita sociale ed economica dei territori. Vale tanto per Napoli, per la Campania, per l'Italia e soprattutto per la comunità di tutti i pizzaiuoli che nel fare la pizza si ispirano alla vera arte tradizionale napoletana”.

Antonello De Riu (Capo Ufficio II – DGSP, Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale): “La Farnesina si è impegnata a promuovere la candidatura in tutto il mondo ed è stata accanto alla Fondazione Univerde sin dai primi passi della campagna #PizzaUnesco. Molte nostre sedi hanno svolto iniziative a sostegno all’arte dei pizzaiuoli napoletani, anche nel corso delle Settimane della Cucina Italiana nel mondo. Continueremo a sostenere questo patrimonio in un’ottica di promozione integrata del settore agroalimentare italiano”.

Francesco Emilio Borrelli (Consigliere regionale, Regione Campania) ha elogiato i pizzaiuoli napoletani che “hanno saputo portare la loro conoscenza nel mondo. Il riconoscimento Unesco è stato un traguardo straordinario, ha permesso di scongiurare il rischio di perdere memoria e radici della pizza e ha risvegliato nelle coscienze il senso di appartenenza a una città e a un territorio”.

Marino Niola (Antropologo, Università degli Studi Suor Orsola Benincasa) ha fatto il punto sulla storia dei pizzaiuoli napoletani, dalle cui sapienti mani è nato uno dei capolavori della gastronomia nostrana: “Nei secoli, il prodotto dell’arte dei pizzaioli si è affermato come cibo planetario e si è integrato con le abitudini alimentari di altre culture. Da un punto di vista antropologico, questo significa che pur essendo un’invenzione gastronomica di una cultura specifica, in realtà è un cibo che si è saputo aprire ad altre culture e nel contempo ha consentito e continua a consentire ad altri popoli di dialogare idealmente con i napoletani che l’hanno inventata”.

Jimmy Ghione (Inviato di Striscia la Notizia e testimonial campagna #PizzaUnesco) ha ricordato la vittoriosa raccolta firme internazionale #PizzaUnesco, lanciata a sostegno della candidatura italiana, che in poco più di tre anni ha raccolto oltre 2 milioni di sottoscrizioni mondiali, con adesioni di cittadini da più di 100 Paesi: “Sono veramente orgoglioso di aver vestito i panni di testimonial, partecipando a tantissime iniziative in Italia e nel mondo. Il successo della campagna è merito di tutto il gruppo di supporters, ma bisogna ringraziare Alfonso Pecoraro Scanio che ha preso a cuore questo sogno da regalare a Napoli e all’Italia, trasmettendo a tutti noi la voglia di far conoscere ancora di più l’Arte del pizzaiuolo napoletano”.

Umberto Fornito (Vicepresidente Associazione Pizzaiuoli Napoletani) ha portato i saluti del Presidente Sergio Miccù, ricordando l'iniziativa del presepe realizzato dai pizzaiuoli dell'associazione insieme ad alcuni artigiani del presepe di San Gregorio Armeno per celebrare il Natale e il 3° Anniversario, che rimarrà esposto fino al 10 gennaio nella Basilica di Santa Chiara a Napoli.

Antonio Pace (Presidente Associazione Verace Pizza Napoletana): “Il riconoscimento Unesco è un risultato storico che ci rende orgogliosi proprio perché premia il duro lavoro dei nostri pizzaiuoli, custodi della pizza napoletana e della sua artigianalità. Noi continueremo a promuovere questo messaggio nel mondo, anche attraverso dirette streaming con collegamenti da vari Paesi”.

Gennarino Masiello (Vice presidente nazionale Coldiretti): “L'agroalimentare di qualità e il turismo rappresenteranno la rivincita del nostro Paese e l'arte del pizzaiuolo napoletano sarà uno dei fiori all'occhiello di questa rinascita post-pandemia. Il gran successo di questo riconoscimento sta nel fatto che la pizza napoletana è simbolo di un modello di sviluppo del Paese che valorizza la giusta cultura dell’alimentazione, dei prodotti agricoli e l’economia legata alle nostre tradizioni”.

Pierluigi Petrillo (Membro Comitato valutatori mondiali Unesco), estensore del dossier di candidatura dell'Arte del Pizzaiuolo Napoletano, ha sottolineato: “Le due tesi da noi espresse nel dossier puntavano, da un lato, nel mettere in luce la dimensione identitaria di un prodotto alimentare come la pizza, il suo essere non solo alimento ma anche manifestazione di una tradizione e della cultura della comunità che lo produce, dall’altro, la sua difesa dal fenomeno della globalizzazione che tende a creare alimentazione secondo modelli spesso scollegati dalla realtà culturale in cui si impongono”.

In occasione dell’evento, moderato da Luciano Pignataro (Giornalista enogastronomico), si è tenuta la presentazione della moneta da 5 euro “Pizza e Mozzarella – Serie Cultura Enogastronomica Italiana” realizzata dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, a cura di Matteo Taglienti (Responsabile della Numismatica Filatelia e Zecca - IPZS), che ha sottolineato: “Si tratta della prima eccellenza enogastronomica che l'Istituto ha deciso di realizzare per omaggiare l'Italia attraverso la Serie”.

Sono seguite le testimonianze dei partners dell’evento.

Antimo Caputo (Amministratore delegato Mulino Caputo): “Fare la pizza è una filiera che parte dal campo, dal singolo chicco di grano, dal molino che lo trasforma. C’è un pizzaiuolo che mette insieme tutti gli ingredienti della nostra terra con un tecnica unica. Oggi questo artigiano è diventato il protagonista della scena, si tratta di un grande cambiamento culturale”.

Francesco Franzese (Amministratore delegato Icab - La Fiammante): “L’autentico made in Italy ha nell’arte del pizzaiuolo napoletano la sua più alta espressione per la capacità di valorizzare le filiere italiane e portarle con sé nel mondo, attraverso l’impiego di prodotti di alta qualità. Il saper fare dei pizzaiuoli, è un modello oggi più che mai necessario, in ragione sia della esperta lavorazione, rigorosamente artigianale, sia delle straordinarie proprietà dei prodotti freschi impiegati, simboli della Dieta mediterranea”.

Alfredo Ferraro, rappresentante di Eccellenze Campane, ha portato i saluti del Presidente Paolo Scudieri riconoscendo il merito dei pizzaiuoli napoletani, “alfieri di una cultura e di una tradizione unica che trova radice nella storia di Napoli e dell’Italia e che rappresenta non solo il passato ma anche il futuro di una comunità. La pizza è qualcosa che si fa col cuore, con sapori essenziali, e sono convinto che sarà capace di dare una mano a superare questa grande crisi socio-economica”.

Gabriele Rotini (Responsabile nazionale Cna Agroalimentare): “#PizzaUnesco ha manifestato la capacità di trasformare un prodotto semplice in eccellenza mondiale, mettendo in luce il mestiere del pizzaiuolo come peculiarità di un territorio. Promuovere la filiera della preparazione della pizza è un segnale che dà concretezza all’importanza di preservare il tessuto artigianale, agroalimentare e professionale che sta dietro questo patrimonio”.

Fabrizio Capaccioli (Managing director Asacert) ha trattato il tema della contraffazione internazionale all’agroalimentare italiano, illustrando la nuova APP ITA0039, realizzata d'intesa con Coldiretti, che vuole essere “parte della soluzione dei problemi legati al falso italiano. Grazie all’App, ogni consumatore può interagire con il nostro network, che è pronto a linkare, in un solo gesto, autentici e certificati ristoratori italiani, produttori certificati e, naturalmente, consumatori alla ricerca del sano ed inimitabile mangiar bene italiano. Si tratta di un sistema di segnalazione attiva che, nella nostra idea, porterà vantaggi diretti ad ogni segnalazione. È un altro passo sul cammino della salvaguardia del vero made in Italy”.