La scuola riparte ma è già caos

Mancano 2000 docenti, 200 istituti chiusi e i termoscanner promessi dalla Regione non ci sono

la scuola riparte ma e gia caos
Napoli.  

Riparte la scuola ma è subito caos a Napoli e in Campania. Un’apertura già rimandata dal 14 al 24 settembre eppure, con le scuole chiuse da marzo, nulla sembra essere pronto per una delle sfide più importanti che il Paese deve affrontate. Non sembrano esser passati mesi dalla chiusura totale di marzo, vista la disorganizzazione e la mancanza degli strumenti e del personale. 

Intanto 200 istituti ripartiranno da lunedì per il ritardo nelle operazioni di sanificazione post-elettorali. Sono le scuole che hanno ospitato i seggi elettorali, ennesima scelta che ha mostrato come ci siano degli interessi primari da soddisfare e tuale e la scuola e il diritto allo studio non sono tra questi.

Oggi sarebbero arrivati in Campania, per l’inizio dell’anno scolastico, il Presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte e la ministra dell’Istruzione Azzolina. Li aspettavano all’Istituto Giosuè Carducci di San Felice a Cancello, ma tutto è rinviato al primo ottobre, d’altronde cosa c’è da inaugurare se sta partendo tutto scaglionato e senza alcuna organizzazione?

Oltre alle problematiche delle divisioni delle classi, della didattica integrata, della riorganizzazione degli spazi, la scuola vive un momento straordinario che evidenzia problemi che sono atavici in un mondo che è stato abbandonato e sottoposto a tagli continui negli anni. Proprio come ci si è resi conto di quanto si era fatto male in sanità negli scorsi decenni, oggi, in questa totale corsa contro il tempo che si sta vivendo sull’organizzazione scolastica, ci si rende conto di quanto si sia gravato sul mondo della scuola rendendolo fragile. 

La mancanza di docenti è preoccupante e sono in ritardo le pratiche di immissione in ruolo dei nuovi insegnanti. Solo il 22%, su scala nazionale, è andato a buon fine, il che significa che di un fabbisogno previsto di 84.808 insegnanti si riescono a coprire solo 19.294 posti. In Campania mancano più di 2.000 insegnanti e la carenza rende inapplicabili non solo le norme anti-contagio ma anche la normale vita scolastica. 

Le speculazioni politiche sulla riapertura della scuola erano arrivate da tutti i fronti e se i ritardi sulla sanificazione possono riguardare il comune, dal fronte regionale non sono ancora arrivati i termoscanner. Li aveva annunciati con il suo solito furore il presidente, appena riconfermato, Vincenzo De Luca, nelle sue colorite e seguitissime dirette Facebook, ma la procedura di distribuzione dei 3mila euro ad ogni istituto per ogni apparecchio richiesto è bloccata. Dall’Unità di crisi regionale fanno sapere che “nelle more dell’approvvigionamento è stato fornito un kit provvisorio composto di un termometro digitale e da un congruo numero di mascherine che potrà essere fornito al personale dipendente nei primi giorni di scuola”.

La scuola in realtà non riparte e questo peserà sulle spalle di un Paese che da marzo ha sancito che il diritto all’istruzione, la crescita degli studenti e degli scolari, la sicurezza del personale scolastico, sono argomenti e una questioni secondarie. Non ci sono numeri dei contagi che giustifichino una tale disorganizzazione e una tale mancanza. C'è un mondo che sta pagando un vuoto politico, organizzitivo che pesa enormemente sulle future genarizioni e sui più deboli.

 

Ecco le scuole che restano chiuse a Napoli:

Restano chiuse la Vanvitelli, la Ristori, l’Andrea Doria, la Bovio Coletta, il Serra, l’Elena di Savoia, il Genovesi, il Vittorio Emanuele, l’Umberto, la Silio Italico, la Gigante Neghelli, il Labriola, il Palizzi, il Bernini, l’Alberti, il Sannazzaro, il Galileo Galilei, la Nicolardi, la Minucci, il Calamandrei, la Vittorino da Feltre, ,a Solimena, la Cimarosa, la Verga, la Poerio, la Tito Livio, il Mercalli, la Tito Lucrezio Caro.