Il prodigio si è ripetuto alle 10.02 il sangue di San Gennaro si è sciolto, la città ha avuto il suo “miracolo”.
Nel Duomo vuoto causa covid, con i fedeli imbavagliati con le mascherine, il momento dello scioglimento è stato accolto come sempre da una grande gioia che ha contaminato l’intera città, perché a Napoli quello di San Gennaro non è solo una funzione religiosa ma un fondamento storico popolare di un’intera comunità-
Quest’anno il sangue era già sciolto nel momento in cui l'ampollaè stata presa dalla teca.
"Con gioia e commozione - ha detto cardinale Crescenzio Sepe, arcivescovo metropolita di Napoli - il sangue del nostro santo patrono è sciolto".
Napoli ha le sue caratteristiche, le sue diversità rispetto al resto del mondo. Qui non basta avere un Santo Patrono, qui il santo per guadagnarsi l’attenzione del popolo partenopeo deve dimostrare di essere santo davvero e lo deve fare in maniera scadenzata.
Nel rito del sangue, che si ripete tre volte all’anno, c’è gran parte della cultura napoletana. L’idea di affidarsi l’idea che il destino possa essere segnato, il buon auspicio, la tragedia annunciata, io sangue di un’intera città che torna vivo ogni anno.
Le volte che San Gennaro non ha sciolto il sangue ci sono stati eventi duri per la città. Nel 1973 ad esempio il colera colpì Napoli e nel 1980 il terremoto distrusse la Campania. Eventi che hanno spiegazioni scientifiche chiare ma che a Napoli si ricollegano al sangue che non si è sciolto, al rito non compiuto, al miracolo mancato.