Napoli riparte tra proteste e gioia

Via Toledo e Vomero pieni, San Gregorio Armeno fermo

napoli riparte tra proteste e gioia
Napoli.  

Napoli riparte tra proteste, file e gioia di chi ha voglia di ricominciare. A via Toledo la riapertura è stata scandita da un countdown e un lungo applauso.

A San Gregorio Armeno invece la situazione è diversa perché tutto rimane fermo proprio come nei giorni scorsi. 

Un cartello uguale è comparso su tutte le botteghe del centro storico, sul quale si legge “Io non apro” è il cartello che compare su tutte le botteghe. 

"San Gregorio Armeno rischia di morire, siamo fermi da mesi senza guadagnare nulla", lamenta Genny Di Virgilio. Gli artigiani hanno già chiesto un incontro alle istituzioni locali, dal governatore Vincenzo De Luca al sindaco, Luigi de Magistris, per chiedere un aiuto a ripartire.

Al vomero invece le file per entrare nei negozi erano lunghe e le persone si sono riversate nelle tipiche strade del commercio, da via scarlatti a via Luca Giordano e piazza Vanvitelli. 

Si preparano invece a riaprire i battenti bar e ristoranti: dallo storico caffè Gambrinus di piazza del Plebiscito alle pizzerie del centro tutti aspettano giovedì, quando anche in Campania, unica Regione ad aver rinviato il via libera, si potranno di nuovo accogliere i clienti, sempre ovviamente rispettando tutte le misure di distanziamento. 

La scelta fatta da De Luca di temporeggiare fino a giovedì non è piaciuta al sindaco de Magistris "È incomprensibile cosa sta succedendo in Campania - ha detto il primo cittadino - In tutta Italia si apre la ristorazione, da noi si rinvia l'apertura al 21 maggio. Questo è un errore di visione politica di regioni e governo È un contagio caotico delle istituzioni verticali del nostro paese".