Cresce il rischio povertà in tutta la Campania

In attesa dei fondi del governo la solidarietà civile sta colmando il vuoto

cresce il rischio poverta in tutta la campania
Napoli.  

Il rischio povertà in Campania diventa sempre una realtà. I segnali arrivano da più fronti e per le parti più deboli della nostra società le misure di contenimento del contagio iniziano a diventare insostenibili.

Ciro Buonajuto, sindaco di Ercolano, ha annunciato in un post Facebook di aver deciso di devolvere parte della sua indennità “per l’acquisto di pacchi alimentari destinati ai Servizi Sociali che li consegneranno alle famiglie già presenti negli elenchi. Non li consegnerò di persona e non voglio neanche sapere a chi andranno, ma già da domani saranno una prima forma di sostegno immediato per decine di famiglie”

Il sindaco del comune vesuviano ha sottolineato che “Se i numeri relativi all’aspetto sanitario della vicenda mi danno un cauto ottimismo, sono preoccupato per il risvolto sociale che la chiusura forzata e lo stop di quasi tutte le attività stanno provocando a Ercolano”. 

Anche l'Anci regionale avverte che aumentano ogni giorno le richieste di aiuto ai comuni, soprattutto da parte dei nuovi indigenti. Coloro che prima sbarcavano il lunario tra reddito di cittadinanza e lavoretti saltuari o in nero, e ora non riescono più a pagare le bollette e il fitto di casa. 

Carlo Marino, sindaco di Caserta e presidente Anci Campania, teme l'ondata dei nuovi poveri e ha dichiarato che in questo momento pensa “ai titolari e dipendenti di attività come barbieri e parrucchieri, rimasti privi di qualsiasi liquidità. Spesso mi chiamano persone che confessano il loro bisogno quasi con vergogna, gente che fino a un mese fa non avrebbe mai immaginato di precipitare in condizioni di miseria". 

Le stime Istat sul lavoro sommerso in Campania ci dicono che il 20% della forza lavoro è impiegata in nero, dunque circa 360mila unità su un totale di 1milione e 800mila regolari. 

Numeri che mostrano l’esistenza di un esercito di persone che oggi sono in difficoltà economica seria visto che non riusciranno a procurarsi i beni di prima necessità. 

A questi numeri vanno aggiunti quelli degli immigrati che oggi non hanno alcun modo per sbarcare il lunario. La fila di stamattina davanti alla basilica del Carmine Maggiore a Napoli per 700 pasti caldi è l’immagine di una Campania in piena crisi economica. 

Per i fondi che il Governo ha stanziato ci vorrà ancora tempo prima che si tramuteranno in aiuti concreti al reddito e a sopperire a questo vuoto ci sta pensando la solidarietà civile. 

Al Comune di Napoli stanno arrivando centinaia di offerte di aiuto, e da domani la Mostra d'Oltremare diventerà punto di raccolta e smistamento di pacchi di prima necessità per le famiglie, dal cibo alle medicine. La giunta de Magistris sta varando anche un fondo comunale ad hoc, alimentato con risorse pubbliche e offerte private, con cui finanziare delle card-spesa per le famiglie più bisognose. 

Le difficoltà economiche stringenti si stanno trasformando in tensione sociale e i segnali sono già evidenti. L’episodio di Scampia dove il Comitato vele ha esposto uno striscione sul quale si legge “la miseria uccide più dell’epidemia, è solo la punta di un iceberg ben più grande.