Se è vero quest’anno passerà alla storia nazionale per la prima crisi di governo nata e cosumata al Papete e non a Roma, è anche vero che il 2019 ha segnato l’anno di non ritorno. La caratteristica politica di quest’anno che segnerà il futuro della politica italiana è il trasformismo, la capacità tipica ormai dei leader politici italiani di fare e disfare, di dire tutto e i contrario di tutto non solo nella stessa giornata ma nello stesso discorso.
Si potrebbe fare un lungo elenco dalle parole di ZIngaretti “ mai con i 5 Stelle” a quelle di Di Maio “mai con il partito di Bibbiano che rubava i bambini”, fino ad arrivare ad un Conte che sembra contrastare il se stesso di qualche mese fa.
Il 2019 è stato un anno di rimpasti, nel quale pur mantenendo lo stesso presidente del consiglio è cambiato il governo e i nemici storici sono diventati alleati. Un anno che ha visto gli stessi leader politici con estrema disinvoltura scontrarsi e abbracciarsi, passando da “mai con” a “sempre insieme” e viceversa.
Anche a Napoli i rimpasti sono stati al centro dell’azione degli arancioni. Un rimpasto che visto non solo polemiche politiche locali ma che è stato al centro del rifiuto di Liliana Segre della cittadinanza onoraria.
Alleanza che però non hanno cambiato le fazioni politiche regionali che vedono una netta contrapposizione tra il governatore Vincenzo De Luca che Luigi Di Maio ha definito “un genio capace di creare solo ritardi, e il Movimento 5 Stelle che per De Luca resta un soggetto fato da incompetenti. In tutto questo continuare a contrapporsi il centrodestra sembra aver trovato la quadra sul nome di Stefano Caldoro che ha causato un po’ di mal di pancia soprattuto nella nuova componente della deputata Mara Carfagna che ora sogna in grande e che prova ad abbandonare Forza Italia che ormai sembra sempre più ridotta ad una nave che sta affondando.
Un’estate che hanno visto la città mostrarsi al mondo in quella vetrina importantissima che sono state le Universiadi che comunque hanno portato in città tanto nonostante le polemiche da bulletti di quartiere sorte tra sindaco di Napoli e presiedente della Regione.