Il Vasto è un quartiere napoletano a due passi dalla stazione centrale, nel cuore di quella che dovrebbe essere la nuova vetrina con la quale la città partenopea si presenta al mondo.
Camminare per le strade del Vasto è un’esperienza istruttiva, perché queste vie sono una mostra a cielo aperto della realtà contemporanea. Si cammina tra le ferite di una globalizzazione che oggi sta trasformando le nostre città. Di quelle ferite aperte oltre a vederne e a percepirne il dolore ne senti l’odore, quello di cipolla sfritta e di kebab. Odori che un tempo molti avrebbero descritto come esotici e che oggi invece sono tipici delle grandi realtà europee.
Tra ristoranti arabi, parrucchiere africane e ed ex negozi cinesi c’è una Napoli trasformata e sconvolta che mostra l’incapacità di trovare una forma nuova.
Negli ultimi anni questo quartiere è diventato il centro mediatico di una politica che più che capire e studiare i problemi prova solo a cavalcarli.
Passeggiare tra queste strade con chi ogni giorno vive e lotta per questo quartiere è invece un’esperienza che riempie l’animo e rende più semplice la comprensione di un fenomeno che non è solo napoletano o italiano ma che investe l’intero occidente.
Roberto Ciampi è un giovane imprenditore, ha un Bed and Breakfast proprio in via Ferrara nel cuore del Vasto, è un attivista del Comitato Orgoglio Vasto una realtà di base nata per ridare dignità e valore ad un quartiere che ha bisogno di impegno, ed è un cittadino attivo in e di Retake Napoli. Ma Roberto è principalmente un 33enne che ama il suo quartiere e che non sopporta l’abbandono e l’incuria che lo sta avvolgendo. Te ne accorgi dallo sguardo affascinato con cui ti racconta la storia del Vasto, dalla voglia contagiosa che ha di sistemare le cose che non vanno, dalla iperattività che mostra nel raccontare le sue battaglie.
Il B&B di Roberto è accogliente e moderno, sembra un vero e proprio albergo, eppure “è vuoto, eppure come voti di recensione supero il 9. Non è vero che Napoli è piena di turisti, dovrebbero dare dati veri. Siamo vuoti da iniziato mese, abbiamo lavorato giusto per l’immacolata”. Lo dice con la rabbia e la dignità di chi ha creduto nel suo territorio e ci ha investito. “Però anche su questo la politica è ferma. La tassa di soggiorno è servita per le illuminazioni natalizie. Qui non le avevano messe. Eppure di alberghi alla stazione ce ne sono e sono anche famosi e grandi. Perché neanche una luce a corso Novara né a Via Firenze? Abbiamo dovuto fare richiesta noi del Comitato per le luminarie natalizie e in questi giorni, dunque quasi a natale, le starebbero finalmente installando. A cosa è servita la tassa di soggioro? Se fosse servita a rafforzare la raccolta dei rifiuti, se fosse servita ad aumentare le luci, se fosse servita a potenziare i servizi allora sarebbe utile, ma purtroppo non è così”.
Eppure Roberto lo dice subito “non c’è bisogno di molto, c’è l’esigenza di ritornare alla normalità”. Già una normalità che dovrebbe venire dalla concretezza di una politica che invece ha dimenticato completamente la vita reale e che è sempre più attratta dai like e dai trend che dal reale.
“Abito in via Firenze. Era una strada ricca, una realtà fiorente, oggi la chiamano via Africa” dice Roberto sconsolato. “Eppure in via Firenze c’era il bar Fiore” quello dell’ex-presidente del Napoli che riportò la squadra in serie A e che stava per prendere Pelé. “La domenica quando c’era Maradona era uno spettacolo. Tutti i tifosi del centro prima di andare allo stadio venivano a fare colazione a via Firenze, prendevano il biglietto per la partita e poi si andava al San Paolo. Era una tradizione che è scomparsa”. Oggi di quella via Firenze non c’è forse neanche più il ricordo. “Prima sono arrivati i cinesi che hanno comprato i negozi e poi, una volta che si sono trasferiti tutti a Gianturco, li hanno affittati a extracomunitari che ci hanno aperto Minimarket e internet-point. Ce ne sono tantissimi, uno dietro l’altro. Ci siamo interrogati come comitato su come abbiano fatto con le licenze e le aperture. Servono carte su carte per aprire un’attività ed è proprio questo a dimostrare che dietro c’è una realtà compiacente, fatta di commercialisti napoletani che assecondano e fomentano l’illegalità per pura convenienza”
Poi Roberto affronta la questione degli stranieri “Tutti gli extracomunitari che vedi in giro abitano fuori, non vivono al Vasto. Arrivano la mattina con i pullman, accompagnati con navette abusive per lavorare agli angoli. Spesso passano la giornata a bere e fumare spinelli. Non vogliono rimanere in Italia, lo dicono con chiarezza, voglio andarsene. Purtroppo però sono incastrati qui e la convivenza è difficile”. Nelle strade camminando l’illegalità oltre a vederla la si percepisce, nei capannelli di persone davanti ai minimarket, nei ragazzi di colore fermi davanti alle porte di una sala scommesse che ti fermano per venderti la droga. Eppure davanti a questa illegalità diffusa non ti senti insicuro, però come dice Roberto “la gente ha paura, non denuncia più, eppure sono convinto che denunciando e facendo le cose concrete si pò cambiare davvero il quartiere”.
Forse in questa geografia globale che è il Vasto, la vera assente è la politica che oltre a qualche dichiarazione e qualche trovata social al Vasto non interviene. “La politica sia di destra che di sinistra non serve più a niente. Chi viene a dare una mano al Vasto, chi ci libera, allora avrà il mio plauso, ma sono venuti in molti e pochi hanno fatto. Salvini è venuto, ha fatto anche i video dal balcone ma nella realtà non ha fatto nulla e noi del Comitato Orgoglio Vasto avevamo già avvisato i residenti che, nonostante i proclami, non avrebbe risolto i nostri problemi. A noi non servono cose impossibili, serve la normalità. La Municipalità è stata inesistente, non serve a nulla, sembra più pensata per soddisfare divisioni di potere che per risolvere i problemi. Noi abbiamo dato vita al Comitato Orgoglio Vasto, non per candidarci o per avere qualche poltrona, ma perché qui istituzioni e politica non ci sono, sono assenti”.
Il Vasto è un quartiere con la sua geografia “due realtà - dice Roberto - quella positiva di via Ferrara, via Genova e via Bari, e poi quella negativa di via Palermo, via Bologna e via Milano. La rabbia è che sono solo tre vicoli in cui si concentra di tutto di più, non ci sono controlli, si è arrivati a sparare in pieno giorno”.
Questo universo al centro di Napoli con la sua geografia vive sulla sua pelle i drammi e le trasformazioni della nostra epoca. Eppure potrebbe essere il centro di una nuova rinascita di una nuova Napoli capace di trovare soluzioni semplici a problemi atavici. Le cose si potrebbero risolvere Roberto ne è convinto “morirò dannato perché voglio cambiare questo quartiere. Eppure la situazione è risolvibile con poche mosse. Bisogna lottare per raggiungere la normalità e per far rispettare le regole basilari, e lo dobbiamo fare non solo sugli immigrati ma anche sui napoletani”.
Il Vasto è la rappresentanza di un mondo che sta cambiando e Roberto e i ragazzi del Comitato Orgoglio Vasto sono quelli che questi cambiamenti e queste trasformazioni le vorrebbero non più subire ma viverle rendendo il loro territorio protagonista. Il Vasto con i suoi abitanti e con la passione di persone come Roberto, è un luogo che ha tante storie da raccontare e tante lezioni da dare non solo Napoli ma all’Italia, se solo ci si impegnasse ad ascoltare più che a parlare.