Quell'inferno chiamato Vesuvio. Nessun danno a San Giorgio

I roghi nella città di Troisi

San Giorgio a Cremano.  

Brucia ancora il Vesuvio. Nessun danno serio a San Giorgio a Cremano. Sforzi immensi sono stati profusi nella comunità che diede i natali al grande massimo Troisi. Il sindaco Giorgio Zinno per tutta la giornata di ieri è rimasto incollato al telefono. Decine e decine le chiamate partite dal suo cellulare per allertare i soccorsi. 

«La nostra terra in queste ore è stata sfregiata da balordi senza anima che distruggono il patrimonio naturale di uno dei più bei parchi d'Italia - ha affermato Zinno -  Il Vesuvio in questi giorni fuma, ma non come in quelle cartoline con il pino dove romanticamente si ricordano le fumarole. Quello di questi giorni è fumo nero che porta via la vegetazione che da anni colora il nostro paesaggio. Turismo, cultura, storia, natura, economia e vita distrutti in un colpo solo».

«Speriamo che la mano criminale venga fermata perché chi fa ciò non può che odiare Napoli e i napoletani. Io, nel frattempo, ringrazio i volontari della Protezione Civile di San Giorgio a Cremano e i dipendenti che hanno dedicato 5 ore del proprio tempo per aiutare a spegnere un focolaio. Mentre alcuni invitavano e scrivrvano si Facebook c'era chi lavorava proprio lì, dove c'era bisogno. Alle 17 è stato richiesto il nostro intervento e alle 17:20 è partita la colonna dei volontari da San Giorgio a Cremano».

«Grazie a tutti - conclude il sindaco Giorgio Zinno -. A coloro che sono tornati tardi a casa per dare il proprio contributo a difesa della nostra terra e grazie a chi domani tornerà sul Vesuvio per combattere contro la follia di delinquenti senza scrupoli».