Rischiano il licenziamento, occupano l'ospedale di Nola

La protesta dei 17 lavoratori Gesap. Alle 14, il servizio nel tg di OttoChannel 696

Nola.  

“Tra fritture mancate e proroghe anomale 13 famiglie vivono nel dramma. Vergogna De Luca e Costantini”: così recita il lenzuolo affisso in cima all’ospedale di Nola dagli operai che rischiano il licenziamento. Questa mattina hanno pacificamente occupato gli uffici della direzione sanitaria ed esposto uno striscione di protesta. La scorsa settimana si resero protagonisti dell'occupazione del tetto del "Santa Maria la Pietà". Sono gli addetti al servizio di supporto infermieristico del nosocomio nolano il cui posto è in bilico a seguito della riorganizzazione del servizio da parte della Regione. Una riorganizzazione che riguarderà, in tutto, 17 unità lavorative in servizio sul territorio dell’Asl Napoli 3 Sud.

Siamo stati sul posto. Per l'ennesima volta, ed abbiamo registrato tutta la loro rabbia. Hanno il morale a pezzi. Non sanno più a che santo votarsi. Soprattutto perché hanno chiesto a più riprese un incontro con il manager dell'Asl Napoli 3 Sud, Antonietta Costantini. E fino ad oggi nessuno li ha mai convocati. 

E' per tale ragione che i 17 lavoratori Gesap hanno deciso di inasprire la protesta, innalzando il livello dello scontro. Dalle 7 di questa mattina si sono introdotti nella stanza del Direttore Sanitario, Andreo De Stefano, chiedendogli di contattare la dottoressa Costantini. Sul posto è arrivata anche la Digos per controllare che le rimostranze non oltrepassassero i confini della liceità. Così è stato. I lavoratori si sono limitati a rinnovare la richiesta di un tavolo di concertazione in Prefettura con l'azienda sanitaria e la Regione Campania. 

"Non molliamo di un centimetro - hanno affermato i dipendenti della Gesap ai microfoni di OttoChannel 696 - Lavoriamo dal 1999 con la Gesap. Siamo inquadrati come addetti alle pulizie ma, di fatto, ci siamo trasformati nel corso degli anni in operatori socio sanitari, figura nella quale chiediamo ora di essere “assorbiti” compensando così la notevole carenza proprio nell’ospedale di Nola. Se non fosse possibile, la Costantini abbia almeno il coraggio di guardarci negli occhi e di dirci la verità. Vogliamo sapere di che morte dobbiamo morire".