Neanche il tempo di incollarlo e qualcuno già lo strappa via. E montano le polemiche. La comunità di Terzigno, nel vesuviano, si riscopre omofoba. Un bacio, l’immagine di due ragazzi che si sfiorano soltanto, ed ecco che una parte del paese si indigna. Sui social i post non si contano. Tanti quelli offensivi. Poi, il triste epilogo. L’atto barbaro di chi non accetta l’amore fra persone dello stesso sesso.
A pochi giorni dall’uscita di quella foto su uno sfondo verde, finita sulle strade del vesuviano per pubblicizzare uno studio fotografico cittadino, il manifesto viene strappato via. Poco importa, sarà presto sostituito. Probabilmente già in giornata. E, vandali permettendo, resterà lì, in bella vista, per almeno altri 15 giorni.
Resta però l’inqualificabile gesto di chi ha reagito male a quello che è stato visto come l'affronto di un giovane artista terzignese. Roberto Menzione però non si arrende e ai microfoni di OttoChannel 696 spiega perché bisogna insistere sul messaggio, fregandosene delle critiche altrui.
«Sinceramente, un poco me l’aspettavo – spiega Menzione – Quell’immagine non è andata giù a tante persone. E’ una cosa normale quando vai a toccare un tasto dolente. Terzigno, così come tanti altri paesi del vesuviano, soffre un contesto molto tradizionalista. Capita spesso di notare i mormorii della gente quando in un bar o durante una cerimonia, due omosessuali non si nascondono e mostrano a tutti il proprio amore. Purtroppo, da noi, ancora non ci si abitua ad avere rapporti con una coppia gay. Figuriamoci chi è costretto a convivere con l’omosessualità in casa. Eppure oggi, nel 2017, basterebbe solo parlare, dialogare. Dirsi le cose guardandosi negli occhi».
In difesa del manifesto è sceso in campo anche Antonello Sannino, il presidente di Arcigay Napoli che, in un’intervista rilasciata a Metropolis, ha parlato di «fenomeno preoccupante». «Terzigno è solo la punta dell’iceberg dopo i fatti avvenuti ad Ospedaletto d’Alpinolo, in Irpinia, con la scritta infamante sul cartellone posto in occasione della Juta a Montevergine - ha aggiunto Sannino – Purtroppo stiamo diventando un Paese sempre più intollerante, stiamo perdendo la cultura del confronto e del dialogo che nel corso degli anni ci ha fatto fare numerosi passi in avanti in materia».
L’ennesimo raid vandalico contro quello che poteva essere un simbolo dell'amore, fa cadere letteralmente le braccia a Giorgio Zinno, primo cittadino di San Giorgio a Cremano, primo sindaco gay d'Italia. «E’ inutile negare che ci siano ancora persone barbare che sono all’altezza dell’uomo di Neanderthal. Credo però che nel Vesuviano e, più in generale, nell’intera provincia napoletana, siano stati fatti passi da gigante. Lo testimonia, senza dubbio, la creatività di un giovane fotografo che per il lancio della sua campagna pubblicitaria ha scelto l’immagine di un bacio gay – dichiara Zinno – E’ ovvio però che continuano ad esserci degli imbecilli. Gente che guarda al passato e al non diritto dell’altro come idea di diritto proprio. Persone che continuano, purtroppo, a vivere tra noi. Speriamo che piano piano scompaiano».
Ecco il servizio andato in onda nell'odierno tg di OttoChannel 696.
Rocco Fatibene