Medici Nola, sospensione archiviata: «I fatti andarono così»

Vittoria per Manzi, De Stefano e Avella, ieri in audizione alla commissione regionale trasparenza

Nola.  

Archiviata la sospensione nei confronti dei tre medici colpiti dal provvedimento cautelare disposto dalla direzione generale dell’Asl Na 3 Sud all’indomani dello scandalo dei pazienti in terra al pronto soccorso di Nola. Per i 3 medici incassano un importante risultato a loro favore: l'archiviazione del procedimento disciplinare per un difetto di forma. «Secondo l’ufficio provvedimenti disciplinari la motivazione alla base della richiesta di sospensione doveva essere più circostanziata», spiega Antonietta Costantini, manager dell'Asl Na3 Sud. 

L'inchiesta interna - di natura suppletiva - va comunque avanti. Tra 10 giorni si saprà definitivamente se la notte tra il 7 e il 8 gennaio vi furono o meno, a Nola responsabilità ed omissioni. «Non faccio alcuna ipotesi - dichiara ancora la Costantini - anche perché abbiamo chiesto di analizzare ulteriori aspetti. È il caso ad esempio di un’indagine suppletiva per verificare la corretta procedura delle dimissioni degli ammalati». 

Accolta dunque la tesi degli avvocati di Andreo De Stefano, direttore sanitario dell’ospedale, Andrea Manzi, responsabile del pronto soccorso e di Felice Avella, primario del reparto di urgenza. Ieri, i 3 camici bianchi sono stati ascoltati dalla commissione Trasparenza della Regione Campania. De Stefano, Avella e Manzi hanno raccontato cosa accadde nella notte tra il 7 e l’8 gennaio ed hanno spiegato per quale motivo i pazienti furono stesi sulle coperte in assenza di barelle e posti letto. «L’ospedale di Nola ha delle procedure per la gestione delle maxi emergenze che non sono scattate perché i medici hanno gestito e dominato la situazione in modo egregio»: questa la versione di Andreo De Stefano che del Santa Maria della Pietà è direttore sanitario. 

«I due pazienti - ha raccontato invece il primario della medicina d’urgenza Felice Avella - erano stati assistiti in un primo momento e fatti accomodare sulle sedie. Poi entrambi accusarono dei malori: una delle due donne cominciò a vomitare mentre l’altra rischiava lo choc anafilattico. Furono fatte sdraiare a terra per una decina di minuti perché tutte le barelle erano occupate. Poi però furono dimesse e ora stanno bene».