Comune di Marano sciolto per camorra. E' la terza volta

L'oramai ex sindaco Liccardo: "Ricorso laddove esistessero gli estremi per farlo"

Marano di Napoli.  

«Il Consiglio dei Ministri ha deliberato lo scioglimento del Comune di Marano, in provincia di Napoli, dove sono state accertate forme di condizionamento da parte della criminalità organizzata". Così si legge nella nota diffusa al termine del Consiglio dei Ministri. La deliberazione è stata adottata su proposta del Ministro dell'Interno, Marco Minniti. Per il Comune dell'Area Nord di Napoli è il terzo scioglimento per camorra in meno di 25 anni. Era già accaduto nell'ormai lontano 1991, con il sindaco DC Carlo Di Lanno, e nel 2004, all'epoca della giunta comunista targata Mauro Bertini. Stessa sorte che tocca, ora, l'amministrazione dell'ex primo cittadino forzista Angelo Liccardo, dimessosi nel marzo scorso, a seguito della procedura di controllo sugli atti dell'Ente avviata dalla Prefettura di Napoli.

Due mesi prima infatti, a marzo, il Prefetto Pantalone decise di inviare presso il municipio di Marano una commissione d'accesso agli atti per valutare se la malavita organizzata avesse o meno ingerito nell'agire amministrativo dell'Ente. Sei mesi di duro e intenso lavoro da parte della terna commissariale (composta dal vice prefetto Gerlando Iorio, dal capitano dei carabinieri Antonio De Lise e dall'architetto Antonio Bruno, ndr) nel corso dei quali sono state passate al setaccio tutte le deliberazioni, le determini e gli atti posti in essere dalla gestione Liccardo. 

L'ex sindaco Angelo Liccardo, dal canto suo, ha fatto sapere di essere tranquillo e di aver fiducia nel lavoro della magistratura. Al contempo - attraverso i suoi legali - si è detto "curioso di conoscere le ragioni che hanno spinto il Consiglio dei Ministri a sciogliere il Comune. Liccardo fa sapere, inoltre, che ricorrerà alla magistratura amministrativa laddove esistessero gli estremi per farlo.