Fine anno è tempo di bilanci per le città campane intrappolate sotto la cappa grigia dello smog con rischi per la salute delle persone. "In Campania - denuncia Legambiente - sono ben 11 le città fuorilegge per la qualità dell’aria, perché oltre la soglia limite per le polveri sottili Pm10 (35 giorni di sforamenti all’anno con una concentrazione superiore ai 50 microgrammi per metrocubo)". Secondo i dati dell’Arpac elaborati da Legambiente, aggiornati al 29 dicembre, maglia nera e record per Volla (Tirrenopower) in provincia di Napoli dove i giorni di superamento sono stati 78, segue a ruota San Vitaliano (Scuola Marconi), nell’area nolana, dove i giorni di superamento sono stati 77; chiude il podio Sparanise (Calenia) con 68; Poi Napoli (Via Argine) con 57 sforamenti. Nel capoluogo napoletano sforamenti anche presso due altre centraline: Epomeo con 45 sforamenti e Ferrovia con 37.
Le altre città campane fuorilegge sono Pomigliano d’Arco (Area Asi) con 55 giorni, Acerra (Scuola Caporale) 51 sforamenti; S.Felice a Cancello (C. Scolastico) 47 sforamenti; Benevento (campo Sportivo) con 45 sforamenti (la quota superata anche nella centralina di via Flora con 42 sforamenti);Avellino (Scuola Alighieri) con 43. Chiudono Nocera Inferiore (Scuola Solimene) con 39 sforamenti e Casoria (scuola Palizzi) con 36. A Napoli dall’inizio dell’anno sono ben 199 i giorni di superamento complessivi nelle sette centraline che monitorano la città.
«In una fase d’emergenza sono necessari ma non sufficienti gli interventi che riguardano il blocco delle auto. Prioritario - osserva il presidente Legambiente Campania, Michele Buonomo - mettere finalmente mano a nuove politiche di mobilità incentrate su uno svecchiamento del parco autobus puntando su mezzi al metano, su un trasporto pubblico locale moderno, treni per pendolari e mobilità alternativa (dalle biciclette al car sharing dal trasporto pendolare su ferro alla promozione della mobilità elettrica) e investire nella riqualificazione energetica degli edifici, garantendo così una riduzione nelle emissioni dagli impianti di riscaldamento domestici».
Redazione