«E’ fatto divieto in tutto il territorio comunale di negoziare, concordare prestazioni sessuali a pagamento ovvero comunque esercitare l’attività di meretricio, con qualunque modalità e comportamento, nei luoghi pubblici, spazi aperti o visibili al pubblico». E’ quanto dispone l’ordinanza n. 46 firmata oggi dal sindaco di Casoria, Pasquale Fuccio, che recita ancora: “E’ altresì vietato intrattenersi con soggetti che esercitano l’attività di meretricio su strada o che per l’atteggiamento, per l’abbigliamento ovvero per le modalità comportamentali manifestano comunque l’intenzione di esercitare l’attività consistente in prestazioni sessuali. Se l’interessato è a bordo di un veicolo la violazione si concretizza anche con la semplice fermata al fine di contattare il soggetto dedito alla prostituzione. Consentire la salita sul proprio veicolo di uno o più soggetti come sopra indentificati costituisce palese violazione della presente Ordinanza».
Nella parte relativa alle premesse del provvedimento sindacale, il primo cittadino spiega che «alcune zone del territorio comunale, in particolare le aree periferiche e confinanti con i territori limitrofi, sono interessate dal fenomeno della prostituzione» e che «spesso le prestazioni sessuali vengono poste in essere trascurando le più elementari norme igieniche e di precauzione, costituendo potenziale rischio per il diffondersi di malattie infettive con grave pericolo per l’integrità fisica delle persone coinvolte e, più in generale, per la salute pubblica». Il sindaco Fuccio fa cenno nell’ordinanza anche al fatto che il fenomeno oltre ad essere diffuso nel territorio comunale “si verifica in tutte le ore del giorno”, intensificandosi tuttavia in quelle serali e notturne. «Ciò incide sulla sicurezza della circolazione stradale – sostiene il primo cittadino –, sulla pubblica e privata incolumità e, soprattutto, sul decoro urbano».
Ma l’ordinanza di Fuccio parte anche da un altro presupposto, quello di porre in essere un deterrente per il potenziale cliente. E’ infatti stato «constatato che pur con l’impiego della polizia municipale e delle altre forze dell’ordine non è stato possibile arginare tale fenomeno, che negli ultimi tempi si è maggiormente diffuso, aumentando di conseguenza situazioni di disturbo della quiete pubblica, di offesa alla pubblica decenza, rasentando atteggiamenti di oscenità, di degrado igienico e urbano, che compromettono le condizioni di normale vivibilità dei luoghi interessati e provocano, a danno dei residenti, disagio sociale». A ciò si aggiunge si piaga dell’incremento dello «sfruttamento dei soggetti, anche minori, avviati alla prostituzione e la necessità di tutelare gli stessi che in buona sostanza ne sono le vittime». Di qui la decisione di applicare una sanzione amministrativa pecuniaria di 200,00 euro in caso di violazione dell’ordinanza.