Una vicenda che ha del paradossale. Kafkiana, oseremmo dire. Una storia da terzo mondo, quella che da tre anni vede per protagonista la famiglia De Rosa. Pasquale, il capofamiglia, Claudia, sua moglie, i loro due figli Michele e Ilaria, e la suocera, avrebbero davvero bisogno di una benedizione. Nel 2012 scappano dal terremoto dell'Emilia, vengono a vivere ad Acerra, nel bel mezzo della Terra dei Fuochi. Scelgono una casa in periferia: via Palmintella, la strada che collega Acerra alla vicina Caivano. Ma ne pagheranno a caro prezzo le conseguenze.
E' Claudia ad accorgersi subito dell'inferno in cui sono finiti. Il primo indizio le viene fornito dal mancato recapito della tassa sui rifiuti. Nonostante risiedanno già da un paio di anni in quella abitazione, non arrivano cartelle esattoriali dal Comune. La donna è preoccupata. Teme la morosità. Non vorrebbe finire nella tagliola di Equitalia. E chiede informazioni agli uffici municipali. Si rivolge al comando dei vigili e qui scopre la dura realtà con la quale d'ora in poi dovrà fare i conti: quel balzello, la famiglia De Rosa non avrebbe mai potuto pagarlo perché l'appartamento di via Palmentella in cui hanno scelto di vivere la loro seconda vita, nell'anagrafe urbanistica praticamente non esiste: è un alloggio abusivo.
Dunque, ricapitolando. La famiglia De Rosa si trasferisce dall'Emilia Romagna ad Acerra per ricominciare una nuova vita. Dalle macerie del terremoto alle rovine della pubblica amministrazione del Sud Italia, il passo è breve. La casa in cui vivono, la casa per la quale pagano l'affitto è abusiva. Ma c'è dell'altro. Dietro l'angolo si nascondono disagi e sofferenze ben più gravi. Ilaria, la bimba di Pasquale e Claudia, inizia a non star bene. Come lei anche la nonna. Sono afflitte da una terribile dermatite. Prurito e bollicine sulle braccia. Comincia la trafila dei medici e degli ospitali. Si cerca la causa. La casa presa in affitto in via Palmintella fa parte di un complesso edilizio privo di fogna ed acquedotto. Gli edifici hanno le vasche biologiche e sono alimentati da pozzi che forniscono l’acqua per cucinare, lavarsi e fare il bucato. Ma il pozzo che alimenta l’appartamento affittato dai De Rosa è abusivo e contaminato.
Dopo il danno, ecco la beffa. La decisione di denunciare tutto, la querela sporta dalla famiglia De Rosa al sindaco di Acerra, si rivelano un boomerang. La polizia municipale multato la donna e suo marito, per omessa denuncia del pozzo abusivo che alimentava completamente la casa in cui vivono in affitto. Qualche giorno dopo, in via Palmentella, si presentano anche i carabinieri e i tecnici dell’Asl, che sequestrano il pozzo abusivo e comminano agli sventurati De Rosa una multa di 30mila euro.
Ora nella casa abitata dalla famiglia De Rosa l’acqua non arriva più. I sigilli del pozzo non possono ovviamente essere violati. Ma non è finita. Nel frattempo l'Enel ha staccato anche la corrente elettrica. Parlando parlando, si sono fatte le cinque del pomeriggio, l'intervista deve chiudersi per forza maggiore. Su Acerra e via Palmentella cala il buio della sera. E a casa De Rosa non c'è più luce per guardarsi negli occhi. Resta solo il tempo per ascoltare la voce di Michele, il figlio maggiore della coppia. Nelle sue parole tanta rabbia e delusione per una Terra Campana che, ancora una volta, si rivela amara per i suoi cittadini.
Di seguito, ecco il servizio andato in onda su OttoChannel 696 durante la trasmissione Terra Mia.
Rocco Fatibene