di Luigi Mainolfi
Ogni giorno, leggendo i giornali, la mente va ai grandi giornalisti del passato, che aiutavano a capire, anche quando facevano il tifo per la propria posizione politica. Sicuramente,la natura delle forze politiche dell’epoca aiutava a rendere più onesta e più utile la professione di giornalista, che, oltre a valutare gli effetti delle proposte che esamina, non può non cercare di verificare la coerenza delle persone con i valori alla base del movimento di appartenenza: ideologia, religione, storia, sociologia ed economia. Grazie a quei giornalisti, che, con i loro scritti hanno contribuito alla mia formazione, il pensiero va, in modo particolare, alle firme dell’Espresso, del Corriere della Sera e de Il Mattino, come Montanelli, Scalari, Ansaldo e le autorevoli firme dei giornali di partito.
Le ultime tornate elettorali, europea, francese, inglese e iraniana hanno provocato opinioni giornalistiche approssimative, cercando di storicizzare la cronaca. Le cose lette sulle elezioni francesi hanno reso ancora più difficile comprendere le differenze politiche tra la Francia del passato e quella di Sarkosy, Le Pen e Macron (Università contro Mercato rionale). La storia e le caratteristiche politiche della Gran Bretagna,semplificate dalla convivenza secolare tra Conservatori e Laburisti e la periodica alternanza hanno reso più leggero il lavoro dei giornalisti. I commenti ai risultati elettorali francesi, esplodevano di superficialità.
Fino al momento della conoscenza dei risultati, veniva osannato il comportamento della Le Pen, per poi farlo apparire superficiale e confuso. Le caratteristiche dell’esercito dei candidati dei gruppi, che hanno vinto, mi hanno riportato al metodo Conte dei 5Stelle:Far intravedere il tutto a tutti e trasformare gli elettori in clienti, da utilizzare come soldati. L’opinione pubblica francese, pur di bloccare Macron, responsabile della perdita di credibilità della politica francese, ha punito Le Pen, per non averlo ostacolato.
Inoltre, la Le Pen dimostrava di pensare alla famiglia e ad eventuali accordi con Macron. Non ho letto considerazioni sul fatto che la Francia non è più quella dei tempi di Mitterand, di Delors e dei Partiti nobili, che avevano visioni di società alternative e chiare, come socialista, comunista, liberale, europea e occidentale. Inoltre, nascevano e crescevano movimenti popolari, che spingevano la politica a risolvere i problemi della Nazione, in una visione europea. Adesso, per i gruppi che hanno vinto le elezioni iniziano i problemi, perché chi ha votato presenta il conto e perché la Le Pen già pensa alle prossime elezioni. Io spero che si capisca che la politica deve tornare “Guida sociale”.
Secondo Giuseppe Palomba, il binomio valori cristiano sociali-valori socialdemocratici ha gli elementi tranquillizzanti per l’occidente. Purtroppo, nel tempo si sono essiccati, anche per colpa della Chiesa romana. La sostituzione di veri uomini politici con comici (Grillo), con rappresentanti delle Banche Americane ( Draghi) e con rivendicatori rionali sta avendo come conseguenza più atteggiamenti ridicoli, che pensosi. In questi ultimi mesi, Papa Francesco sta richiamando l’esigenza di riprendere i valori antichi e cercare di invertire la rotta, altrimenti la discesa verso il fondo continuerà. Non dimentichiamo che “la moneta cattiva scaccia quella buona”.
1.7.24 Luigi Mainolfi