Fratelli tutti, o l'illusione feroce della fraternità universale

Nell'enciclica "Fratelli tutti" Francesco smaschera le ipocrisie di un'umanità divisa e crudele

fratelli tutti o l illusione feroce della fraternita universale

"Fratelli tutti" non consola, non promette illusioni. Francesco scrive parole affilate, quasi insopportabili nella loro verità: il mondo è lacerato da egoismi, muri e indifferenza. La fraternità che predica non è una virtù dolce, è un'urgenza vitale

Non siamo fratelli, non lo siamo mai stati. Il Papa comincia l'enciclica senza giri di parole, guardando in faccia la realtà. Non siamo fratelli. Non lo siamo mai stati davvero. L'umanità è una famiglia spezzata, e Francesco non cerca di addolcire questa verità. Denuncia i muri invisibili e visibili, le frontiere che ci dividono, i fili spinati dell’odio, i confini insanguinati della politica. Dice che la globalizzazione ci ha mentito: non ci ha uniti, ci ha resi solo più crudeli, più distanti. L'indifferenza è la regola, la fraternità è l’eccezione. Non nasconde la ferocia di questa verità scomoda.

Il buon samaritano non esiste più

Nella parabola evangelica citata da Francesco, c'è un uomo ferito sulla strada e uno straniero che lo soccorre. È una favola per bambini. Oggi quell’uomo morirebbe in silenzio, ignorato da tutti. Francesco lo dice senza retorica, e la sua parola è dura, quasi insopportabile: non ci fermiamo più. Non ci importa. Ci proteggiamo dietro alle nostre paure, ai nostri egoismi, al nostro benessere costruito sull'esclusione. Questa non è un'accusa generica: è una lama affilata puntata contro ciascuno di noi, contro ogni singolo uomo e donna che guarda e passa oltre.

La politica è diventata il veleno della fraternità

Francesco guarda dritto negli occhi la politica e la smaschera per quello che è diventata: la grande traditrice della fraternità. Denuncia senza pietà il populismo che vende odio e paura, i nazionalismi che fingono amore per la patria mentre calpestano l'umanità. Non concede sconti ai potenti, agli uomini di Stato che parlano di fratellanza davanti ai microfoni, mentre armano guerre lontane. Dice chiaramente che la vera politica non esiste più, uccisa da interessi sordidi e menzogne istituzionalizzate.

Una fraternità violenta, urgente

Francesco invoca una fraternità estrema, violenta quasi nella sua urgenza. Non chiede buoni sentimenti, ma azioni dure, nette. Chiede che la fraternità sia una rivolta contro l’individualismo feroce, contro l’egoismo assassino che divora la vita e spegne il futuro. Non vuole sorrisi diplomatici, ma lotte concrete per la dignità di ogni uomo. Pretende una rivoluzione radicale, quotidiana, dolorosa: non più diritti astratti, ma corpi reali accolti, curati, amati. È una fraternità che non tollera compromessi, una fraternità che ferisce chi la tradisce.

L’illusione di un mondo migliore

La fraternità di "Fratelli tutti" non è un sogno tranquillo, è un tormento. Francesco sa che ciò che chiede è forse impossibile. Sa che gli uomini raramente ascoltano, che preferiscono la comodità delle menzogne. Eppure, non arretra. Parla con parole forti, insopportabili perché vere. Non promette paradisi facili. Dice solo che senza fraternità moriremo, lentamente, tutti insieme. Questa è la violenza della verità, questo è il pugno secco e disperato di "Fratelli tutti": la fratellanza universale, o la morte silenziosa dell’umanità.