La rivoluzione verde e questo grande bluff che è il Pnrr

La crescita è consumo, l'economia non può permettersi di perdere popolazione (clienti).

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La storia ci ricorda che il clima ha influenzato gli spostamenti dei popoli dal Nord verso il Sud

Leggo articoli e dichiarazioni di rappresentanti di Partito e di Governo, che evidenziano posizioni in contrasto con la “Rivoluzione Verde e transazione ecologica e Istruzione e ricerca” del PNRR, come quando affermano che la riduzione della popolazione è una negatività sociale. La Fondazione Nord Est sostiene, addirittura, che il Nord Italia subirà una glaciazione demografica,in previsione della perdita di 2,3 milioni di abitanti entro il 2040. La storia ci ricorda che il clima ha influenzato gli spostamenti dei popoli dal Nord verso il Sud. Nelle zone con clima “nordico” c’è bisogno di più energia. Inoltre, l’aumento della popolazione nelle città del Nord, vedi Milano, ha provocato l’urbanizzazione selvaggia, alterando l’equilibrio uomo – natura.

Creare condizioni, che richiedono più energia contraddice il volere la transizione ecologica. Lo spostamento al Nord di milioni di meridionali, mentre ha abbandonato l’utilizzo di fonti naturali di energia, come fiumi, colline e montagne, ha contribuito a creare delle bombe ecologiche. Il processo di sviluppo del Paese degli anni ’50, desertificava le zone collinari e montane e faceva aumentare la popolazione nelle pianure. Il censimento del 1971 registrò la riduzione del 40% della popolazione collinare e montana.

La Rivoluzione verde esige un equilibrio tra territorio e suoi abitanti. Nel 1978, Francesco De Martino, Segretario del PSI, disse che per avere l’equilibrio nel nostro Paese, la popolazione non doveva superare i 30 milioni. Per i padroni dell’economia, sta diventando un incubo la riduzione della popolazione, vista come perdita di clienti. Nel mondo siamo passati dai quasi 2 miliardi, di fine 800, agli attuali 9 miliardi. Nel mondo, ci sono zone desertiche e zone con densità demografica spaventosa.

Molte città hanno una popolazione superiore ai 10 milioni e alcune, come Shanghai, Tokyo e Giacarta, con 40 milioni di abitanti. E’ facile Immaginare le conseguenze negative sull’ambiente e sul clima. Inoltre, le forze politiche, mentre cercano di apparire sensibili alla Rivoluzione Verde, considerano la crescita del PIL obiettivo a cui bisogna tendere. L’azione dei Governi viene giudicata in base alla variazione del PIL. Si trascura il fatto che il PIL per crescere devono aumentare gli scambi commerciali e i consumi. Consumare di più, significa produrre di più e, quindi, consumare più energia e produrre più CO2. Questo modo di ragionare è conseguenza della mentalità fordista (usa e getta), che ha prodotto crescita, non sviluppo. Crescita è un fatto quantitativo, sviluppo è un fatto qualitativo, che mira a valorizzare aspetti morali, come armonia sociale, eguaglianza tra le persone, importanza dei valori della vita, rispetto della persona e dell’ambiente.

Purtroppo, mentre la società si è diluita ed è più difficile guidarla, la qualità della classe politica è peggiorata e non ha una visione del futuro. Gli ultimi fatti di cronaca politica e gli argomenti di confronto tra le forze politiche dimostrano che c’è l’esigenza di una rivoluzione culturale e riscoprire i valori e gli ideali. Il PNRR si sta dimostrando un diversivo, che crea più danni che benefici..