La senatrice del M5s Barbara Lezzi dalle pagine del Fatto Quotidiano chiede di ripetere la consultazione su Rousseau in merito all'appoggio a Draghi e tuona: "Questo governo e' un suicidio". Nell'intervista pubblicata oggi afferma: "Abbiamo ceduto a un governo indigeribile con la Lega e Renzi, quelli che ci hanno tradito, ma la cosa peggiore e' Forza Italia, guidata da un condannato in via definitiva". Se il voto su Rousseau non venisse ripetuto, fa sapere, "votero' no alla fiducia". Interpellata sul ministero alla Transizione ecologica che c'e', Lezzi ribatte: "Non e' cio' che aveva promesso Grillo", il quesito "parlava del superministero. Gli iscritti hanno votato su altro, quindi la consultazione va ripetuta. Lo statuto lo consente, entro cinque giorni dalla precedente votazione". A suo avviso "c'e' un tema di competenze". La parlamentare chiarisce che la sua "riconoscenza nei confronti di Beppe resta intatta. Ma stento a credere che il futuro si possa scrivere con Brunetta o la Gelmini. Oppure con il leghista Garavaglia". Se in una nuova consultazione prevalesse il no "possiamo sempre optare per l'astensione, e i ministri possono fare un passo di lato. Il governo partirebbe e noi lo valuteremmo su ogni provvedimento", chiarisce. Quanti la seguiranno sul no? "Non faccio numeri e nomi, parlo per me - risponde - Se non si rivotasse, non mi sentirei vincolata, visto che il quesito era erroneo". Infine, Lezzi sottolinea di non volere la scissione: "Io sono e mi sento del Movimento".
In ogni caso si e' aggiornata a domani, nel primo pomeriggio, l'assemblea M5s del Senato al termine di una riunione in cui sono volate 'botte da orbi', secondo quanto si apprende. Una parte nutrita del gruppo avrebbe messo da parte ogni remora verso i vertici del Movimento per criticare metodo e merito nel cammino che ha portato all'appoggio del governo Draghi. Sarebbero una ventina se non 39 su 92, veniva spiegato oggi, gli eletti che a palazzo Madama sono orientati sul no alla fiducia. Un numero maggiore, secondo fonti qualificate - quasi la meta' del gruppo - se si calcolano anche i senatori orientati ad astenersi. Il capo politico, Vito Crimi, secondo quanto si e' appreso, ha spiegato che chi votera' in modo difforme rispetto alla volonta' manifestata dalla maggioranza degli attivisti su Rousseau verra' espulso. Ma di fronte ad una 'fronda' sempre piu' consistente si sta cercando una mediazione per non arrivare a mercoledi' - giorno in cui Draghi presentera' il suo programma in Senato - spaccati. In diversi, infatti, in un fuoco di fila di interventi, avrebbero sottolineato di volere, in ogni caso, rimanere fedeli ai propri principi osservando che non e' questo il governo che potra' fare le cose che servono al Paese. Sullo sfondo, anche se per qualcuno e' prematuro, si staglia l'ipotesi, di fonte ad uno scontro - in cui l'alternativa sarebbe essere cacciati da M5s o uscirne - di creare una possibile componente nel gruppo Misto o la nascita di un nuovo gruppo. Dovendo tenere conto del nuovo regolamento di palazzo Madama, ci sarebbe la possibilita' di agganciarsi ad uno dei simboli elettorali che sono stati presentati, anche se non viene spiegato quali potrebbero essere.