L'inchiesta che vede coinvolto il leader centrista, Lorenza Cesa, lascia senza una guida l'Udc e spiazza i negoziatori di Conte. Cesa è indagato per associazione a delinquere aggravata da metodo mafioso e la sua casa romana viene perquisita di buon mattino: la notizia piomba nei palazzi della politica.
L'ambasciatore Piero Benassi, attuale consigliere diplomatico del premier Giuseppe Conte, è stato nominato sottosegretario con Delega ai Servizi. Si apprende da fonti di governo.
All'incontro al Quirinale si sono presentati solo Lega, FdI e Fi: un segnale di crepe anche all'interno delle opposizioni. Il lavorio per far salire i senatori a sostegno della maggioranza oltre quota 161 e dare una nuova chance al governo Conte non si ferma. Matteo Renzi afferma: "Se volete confrontarvi nelle sedi istituzionali, noi ci siamo". Ma al momento il leader di Italia Viva viene considerato fuori dai giochi: si guarda invece ai suoi, convinti che qualche senatore di Iv possa tornare nella maggioranza.
C'è chi non esclude che proprio "il caso Cesa", il meno favorevole a lasciare la casa del centrodestra, possa rappresentare anche un insperato aiuto. Anche se è vero che bisogna fare i conti con l'imbarazzo del M5S.
Il primo a parlare è Alessandro Di Battista, segue poi Luigi Di Maio: "Mai il M5S potrà aprire un dialogo con soggetti condannati o indagati per mafia o reati gravi". Il leader dell'Udc si dichiara "estraneo ai fatti" e poi fa sapere però che "data la particolare fase in cui vive il nostro Paese" rassegna le dimissioni da segretario nazionale.
Il premier intanto ha convocato il Consiglio dei ministri per cedere, come promesso, la delega sui servizi segreti. Conte mostra di non voler lasciare a metà il lavoro intrapreso: la prossima settimana è stata convocata a Palazzo Chigi un nuovo incontro con i sindacati, imprese e Regioni per discutere del Recovery plan.