Mancano soltanto due giorni all'apertura televisiva della 66esima edizione dell'Eurovision Song Contest in programma a Torino dal 10 al 14 maggio. Al PalaOlimpico del capoluogo piemontese è tutto pronto a ospitare l'evento nato nel 1956 come Gran Prix della Canzone Europea e noto fino a qualche decennio fa come Eurofestival, che torna in Italia per la terza volta, dopo l'edizione di Napoli 1965 e di Roma 1991, grazie alla vittoria dei Maneskin con "Zitti e buoni" che da Rotterdam hanno cominciato la loro scalata internazionale, come fin qui era capitato solo agli Abba nel 1974.
Quaranta i Paesi partecipanti dopo l'esclusione della Russia, tre le serate di musica: le due semifinali del 10 e 12 maggio e la finale di sabato 14 nella quale sarà proclamato il vincitore che alzerà il microfono di cristallo. Sul palco a condurre in inglese ci saranno Laura Pausini, Alessandro Cattelan e Mika, il commento in italiano su Raiuno che trasmetterà le 3 serate è affidato alla coppia Cristiano Malgioglio e Gabriele Corsi, mentre su Rai Radio 2 a raccontare le serate ci saranno Ema Stokholma, Gino Castaldo e Saverio Raimondo. In gara per l'Italia Mahmood e Blanco che hanno conquistato il diritto di rappresentare il nostro Paese grazie alla loro vittoria sanremese con "Brividi".
I due, così come i rappresentanti di Francia, Germania, Spagna e Regno Unito (che sono tra i maggiori finanziatori dell'European Broadcasting Union), accedono direttamente alla finale dell'Eurovision Song Contest che si apre ufficialmente domani alla Reggia di Venaria Reale, con la tradizionale cerimonia d'apertura e la sfilata degli artisti dei 40 Paesi in gara sul Turquoise Carpet che andrà in onda in streaming su RaiPlay a partire dalle 16. Accreditati alla vittoria, non per meriti canori ma per quanto sta accadendo nel loro Paese, sono gli ucraini della Kalush Orchestra, gruppo hip-hop/folk, che con "Stefania" - brano che il frontman Oleh Psiuk ha dedicato alla madre - dovranno conquistarsi l'accesso alla finale nella prima serata di gara. I bookmaker mettono, poi, al secondo posto gli italiani Mahmood e Blanco seguiti dalla svedese Cornelia Jakobs. Pochissime le chance che i bookmaker danno ad Achille Lauro, in gara con i colori di San Marino, che tenterà di conquistare il suo posto in finale nella serata di giovedì 12, giornata in cui l'Italia, in virtù dei meccanismi di voto, non potrà votare.
Tanti gli ospiti italiani a partire proprio dai Maneskin ai quali, nella serata finale, da vincitori uscenti toccherà passare il testimone ai loro successori. Sul palco del PalaOlimpico, dominato dal "sole" messo al centro della scena dall'artista multimediale e stage designer Francesca Montinaro, saliranno tanti ospiti. Ad aprire la kermesse toccherà a Diodato, al quale la pandemia ha negato la partecipazione in gara all'Eurovision che nel 2020 è stato cancellato. Sempre nella prima serata ci sarano Dardust (al secolo Dario Faini) impegnato in un dj set con Benny Benassi e la band inglese Sophie and the Giants.
Giovedì torneranno all'Eurovision, dove avevano rappresentato l'Italia nel 2015, anche Piero Barone, Gianluca Ginoble e Ignazio Boschetto, ovvero Il Volo, mentre protagonista del gran finale sarà Gigliola Cinquetti che riproporrà "Non ho l'età", canzone con cui nel 1964 si aggiudicò a soli 16 anni a Copenhagen l'allora Gran Prix Eurovision. Potrebbe affacciarsi sul palco in una delle tre giornate anche Toto Cutugno, secondo vincitore italiano dell'Eurovision Song Contest nel 1990 con Insieme: 1992, brano dedicato all'Europa che con il Trattato di Maastricht sarebbe diventata Unione Europea proprio nel 1992.
(ITALPRESS).