In Val di Sole, in Trentino, il 98% dei cittadini si è espresso a favore della rimozione di lupi e orsi dai territori montani. Con un’affluenza del 63%, i residenti hanno partecipato in massa al referendum consultivo, manifestando una netta opposizione alla convivenza con i grandi predatori. Il tema ha suscitato ampi dibattiti tra la popolazione locale, dove la preoccupazione è diffusa per la sicurezza e l’economia, fortemente basata sull’allevamento e sul turismo naturalistico.
Da anni, i residenti di queste zone montane devono fare i conti con il ritorno dei grandi carnivori, in particolare orsi e lupi, reintrodotti o ricomparsi spontaneamente a seguito di politiche di tutela. Tuttavia, numerosi attacchi al bestiame e incontri ravvicinati con i predatori hanno portato a una crescente insofferenza. Molti cittadini, soprattutto tra gli allevatori, ritengono che la presenza di questi animali metta a rischio non solo il loro lavoro ma anche la sicurezza personale, specialmente nelle aree rurali e meno accessibili?
Gli ambientalisti e le associazioni animaliste, invece, si oppongono alla rimozione dei carnivori, sostenendo che la loro presenza sia essenziale per mantenere l’equilibrio ecologico. Essi considerano il voto un atto di regressione, sottolineando che le problematiche potrebbero essere mitigate con migliori strategie di gestione, come la creazione di recinzioni sicure e l’introduzione di cani da guardia addestrati per proteggere il bestiame.
Nonostante il risultato, va chiarito che il referendum non ha effetti vincolanti, ma rappresenta un segnale forte alle autorità locali e nazionali. I sindaci della zona hanno già annunciato che chiederanno misure specifiche per ridurre l'impatto dei grandi predatori, includendo anche proposte di abbattimento controllato in casi estremi. Questo referendum è un episodio emblematico di un conflitto tra necessità ecologiche e bisogni delle comunità locali, un equilibrio delicato che in Trentino sembra sempre più difficile da mantenere.