Alcide Amedeo Francesco De Gasperi se n'è andato per un malore al cuore oramai sett'anni fa. Ancora oggi il pensiero e gli atti di questo gigante della politica italiana sono, a buon motivo, esempi di lungimiranza e orizzonte alto, binari irrinunciabili anche per chi dovrebbe crescere come uomo, persona.
A Pieve Tesino ne hanno celebrato la memoria affidando a monsignor Ivan Maffeis la 21esima lectio degasperiana: «De Gasperi ha avuto capacità profetiche. Nessun altro leader del suo tempo ha avuto una vita così intensa e imprevedibile. La sua grandezza non si misura solo con quello che ha fatto come statista, ma soprattutto per la testimonianza che ci ha offerto. Quando nel 1945 ha assunto su di sé il peso di portare l'Italia fuori dalle macerie (anche umane) della Seconda Guerra mondiale non aveva nulla. Il grande partito di ispirazione cristiana che ha fondato ha condiviso, fino in fondo, i valori della Resistenza».
Monsignor Ivan Maffeis è uno storico inappuntabile, un riferimento di conoscenza profonda, vera.
L'Italia ha avuto giganti del pensiero. Poi ci sono i sedicenti eredi di una Democrazia Cristiana che si è estinta con i balbettii e la bava di Arnaldo Forlani davanti ai giudici milanesi. Il deprimente botta e risposta, tutto irpino, tra Gianfranco Rotondi e Enzo De Luca, sulla collocazione “naturale a destra” dell'ex Dc sarebbe stato superfluo se uno dei due si fosse fatto vedere tra i 500 presenti al dibattito su De Gasperi presso il centro polifunzionale di Pieve Tesino.
La frase «...fino in fondo i valori della Resistenza» rendono l'uscita di Gianfranco Rotondi, circa la collocazione naturale del partito di cui detiene il simbolo (lui è stato eletto con Fratelli d'Italia) una scivolata storica brutta brutta.
Prima di morire De Gasperi ha affidato alla figlia Maria Romana queste parole: «Adesso ho fatto tutto quello che era in mio potere, la mia coscienza è in pace. Vedi, il Signore ti fa lavorare, ti permette di fare progetti, ti dà energia e vita. Poi, quando credi di essere necessario e indispensabile, ti toglie tutto, improvvisamente. Ti fa capire che sei soltanto utile, ti dice: ora basta, puoi andare. E tu non vuoi, vorresti presentarti al di là, con il tuo compito ben finito e preciso. La nostra piccola mente umana non si rassegna a lasciare ad altri l'oggetto della propria passione incompiuto».
Ecco, lasciare ad altri.