Covid: Individuate 7 nuove varianti.  «Valutare nuovi test»

Studio Usa trova 7 possibili mutazioni covid. Min. Salute: «Verificare effetti sui test rapidi»

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Dopo le varianti inglese e sudafricana del coronavirus, diffuse ormai a macchia d'olio quantomeno in Europa, nuove mutazioni e conseguenti varianti sembrano avere origine anche negli Stati Uniti, dove ricercatori stanno indagando la possibilita' che vi siano fino a sette nuove varianti originate appunto negli Usa e che presentano un maggiore livello di contagiosita'. Ne scrive il New York Times citando uno studio pubblicato domenica e in cui si fa riferimento a sette crescenti derivazioni del coronavirus individuate in diversi Stati. 
 In comune hanno tutte la mutazione in una specifica area genetica. "C'e' chiaramente qualcosa che sta succedendo in queste mutazioni", ha affermato Jeremy Kamil, virologo della Louisiana State University e co-autore del nuovo studio cui fa riferimento il New York Times. Cio' che non e' ancora chiaro pero' e' se sia proprio questa mutazione che i vari ceppi hanno in comune a rendere le varianti piu' contagiose, ma i sospetti in tal senso sono alimentati dal fatto che la mutazione compaia in un gene che accede alle cellule umane.

E intanto interviene il ministero: "Le nuove varianti, dalla cosiddetta variante Uk alla variante brasiliana, che presentano diverse mutazioni nella proteina spike(S), non dovrebbero in teoria causare problemi ai test antigenici, in quanto questi rilevano la proteina N. E' da tenere però presente che anche per la proteina N stanno emergendo mutazioni che devono essere attentamente monitorate per valutare la possibile influenza sui test antigenici che la usino come bersaglio". Lo spiega il ministero della Salute, in una nuova circolare di aggiornamento sull'uso dei test antigenici e molecolari per la rilevazione di Sars-Cov-2, firmata dalla direzione generale della Prevenzione. Rispetto alla precedente circolare che autorizzava e normava l'uso dei tamponi rapidi, spiega il ministero, "si è osservata un'evoluzione dei test, nonché un cambiamento nella situazione epidemiologica dovuta alla circolazione di nuove varianti virali, che non possono non essere prese in considerazione". Inoltre, si legge nella circolare, "l'uso dei test molecolari basati su una combinazione di geni virali target che comprende il gene S, può essere di ausilio per lo screening della variante Voc 202012/01 (comunemente indicata variante UK), poiché alcuni test utilizzati correntemente rappresentano un'indicazione per il successivo sequenziamento".