Incendi: Legambiente, norme per impedire roghi in Sicilia

Presentate una serie di proposte per contrastare i piromani

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"Il fenomeno incendi in Sicilia e' ormai completamente sfuggito di mano, dai ritardi cronici nella prevenzione alla non efficace e rapida attivita' di spegnimento alla mancata individuazione dei responsabili. Tutte le amministrazioni, a vario titolo competenti, stanno dimostrando di non essere in grado di contrastare le fiamme nell'isola. Per provare ad invertire questo processo, sono necessari provvedimenti radicali, applicando le norme esistenti ma anche pensando a nuovi strumenti", lo afferma Legambiente Sicilia che in occasione della festa dell'Albero, ha presentato un primo documento di analisi dello specifico contesto regionale e di proposte, indirizzate innanzitutto alle istituzioni regionali, per adottare alcune misure urgenti come prima risposta alle devastazioni di questi anni. "Occorre contrastare alcuni comportamenti che sono alla base di numerosi incendi nelle aree rurali, disincentivare ogni forma di utilizzo delle aree bruciate, dimostrare che gli incendi sono un danno per tutta la collettivita', ma occorre al contempo qualificare il settore forestale e superare la cronica assenza di pianificazione e programmazione", afferma ed elenca alcuni punti per contrastare i piromani: "rendere obbligatoria la redazione dei piani di gestione forestale sostenibile, sia come condizione per l'utilizzo della manodopera che per l'accesso ai fondi pubblici, avviando l'elaborazione di una strategia forestale mai definita nella nostra regione; introdurre il divieto tutto l'anno della bruciatura in pieno campo delle stoppie e della vegetazione naturale. Si tratta peraltro di una pratica arcaica e ambientalmente dannosa a prescindere dal rischio incendi; estendere il divieto di pascolo per 10 anni su tutte le aree con vegetazione naturale e agraria percorse dal fuoco mentre attualmente il divieto riguarda solo i boschi; la decadenza per 10 anni da ogni beneficio finanziario per le aziende agricole, forestali e pastorali la cui superficie nell'anno e' stata interessata dal fuoco per una percentuale superiore al 5% della superficie aziendale; nei comprensori a rilevanza turistica, la chiusura per 5 anni ad ogni attivita' di fruizione e del tempo libero delle aree percorse dal fuoco ricadenti all'interno di parchi, riserve naturali e demani forestali".