Centoventi minuti disputati con personalità e qualità. Eppure si trattava dell’esordio assoluto per l’appena diciottenne Salvatore Santoro. Per il regista nato il 3 marzo 1999 è stata senza dubbio una serata da ricordare. Al centro della manovra rossoblu, a menare le danze in una partita da dentro o fuori. Quattro tempi tenuti con grande lucidità.
L’esordio di Santoro è l’ennesimo coronamento al grande lavoro svolto negli ultimi mesi dalla Casertana sul fronte del settore giovanile. Già nella seconda parte della scorsa stagione il centrocampista era stato aggregato insieme a Francesco Minale per la ferma volontà del presidente Giuseppe D’Agostino e del direttore del settore giovanile Clemente Santonastaso di iniziare a coltivare i talenti di casa propria. Obiettivo fondamentale del nuovo corso, infatti, è quello di vedere in prima squadra calciatori formati all’interno del vivaio rossoblu. Qualcosa che oggi non è più una semplice chimera.
Contro la Sambenedettese è arrivata la grande occasione, e Santoro non ha deluso le aspettative. Dirigere la manovra di una squadra come la Casertana contro un avversario sempre difficile da affrontare come la Samb. Assumersi la responsabilità di giocate mai banali, mettendo in campo anche tanta corsa e sacrificio. Non è certo cosa da tutti, soprattutto se sei alla prima occasione con i ‘grandi’. Se il buongiorno si vede dal mattino.
Redazione