Dopo anni Nicola Cosentino, ex sottosegretario all’Economia e uomo forte di Forza Italia, è stato assolto per non aver commesso il fatto dai giudici della corte di Appello di Napoli nell’ambito del processo denominato 'Il Principe e la scheda ballerina'.
Cosentino era stato condannato in primo grado dal ribunale di Santa Maria Capua Vetere a 5 anni e mezzo per il reato di tentativo di reimpiego di capitali illeciti con l'aggravante mafiosa, in relazione al finanziamento di cinque milioni di euro per la costruzione di un centro commerciale a Casal di Principe, struttura che non fu mai realizzata.
Secondo il filone investigativo della Dda di Napoli, il centro commerciale era stato voluto dal clan dei Casalesi. Oltre 50 furono le ordinanze di custodia cautelare; oggi la Corte di Appello ha assolto oltre a Cosentino anche tutti gli altri imputati nello stesso procedimento.
La storia di Cosentino ha segnato non solo la politica locale ma tutta l’epoca berlusconiana e ha rappresentato la fine di un potere politico che vedeva in Campania Forza Italia come il primo partito, oggi ridotto a percentuali che non arrivano al 5%.
La notizia ha scatenato anche polemiche e bagarre nell’aula della Camera dei Deputati dove Vittorio Sgarbi ha preso la parola per la dichiarazione di voto sulla Ratifica ed esecuzione dell'Accordo fra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica del Kosovo sul trasferimento delle persone condannate e ha attaccato "certa magistratura criminale" rea, a suo dire, di aver condannato e "incarcerato ingiustamente" in primo grado l'ex parlamentare Nicola Cosentino, oggi dichiarato non colpevole in appello.
Le parole di Sgarbi hanno scatenato la reazione del Partito Democratico che ha criticato anche la gestione dei lavori d’aula, in quel momento sotto il controllo del presidente di turno,Fabio Rampelli, accusato di non aver censurato l'intervento di Sgarbi.
"Nicola Cosentino, oggi finalmente assolto", è stato "ingiustamente arrestato da certa magistratura arbitraria, politicizzata e criminale: questi magistrati vadano in Kosovo", ha concluso, riferendosi alla sentenza della Corte d'Appello di Napoli che oggi ha assolto "per non aver commesso il fatto" l'ex sottosegretario
Per il dem Emanuele Fiano la "terminologia usata da Sgarbi sulla magistratura va censurata, non può essere consentito in Aula definire la magistratura criminale. E lei presidente non avrebbe dovuto consentirlo".
Ma Rampelli ha replicato: "Ho ritenuto non sconvenienti le parole di Sgrabi in quanto riferite non alla magistratura come potere dello Stato ma a una 'certa magistratura' che commette errori, come capita in ogni categoria".
L’indagine della Direzione distrettuale antimafia di Napoli da cui poi è scaturito il processo a carico di Cosentino, è patita nel dicembre 2011 con l’arresto di 50 persone. Al centro non vi era solo la realizzazione del centro commerciale il Principe (mai realizzato), ma anche il voto di scambio in relazione alle elezioni comunali di Casal di Principe del 2007 e del 2010.
In cella finirono alcuni politici, tra cui l'ex sindaco di Casal di Principe Cipriano Cristiano, già condannato in sede di giudizio abbreviato insieme ad un'altra quarantina di imputati.
Cosentino e un'altra ventina di imputati avevano scelto la via del processo ordinario. Il principale fatto contestato a Cosentino riguardava all'incontro che l'ex sottosegretario ebbe a Roma preso la filiale dell'Unicredit il 7 febbraio 2007, e che secondo l'accusa doveva servire per fare pressioni sul funzionario Cristoforo Zara per concedere il finanziamento da 5 milioni di euro per realizzare il centro commerciale.
I legali di Cosentino avevano sempre smentito la circostanza che l'incontro fosse servito allo scopo indicato dalla Dda, in quanto il prestito era già stato deliberato il 31 luglio del 2006, e due giorni prima del famoso incontro, l'Ufficio Legale dell'Istituto di Credito diede parere positivo all'erogazione;
peraltro l'erogazione fu poi bloccata. I giudici d'appello hanno accolto tale ipotesi, assolvendo anche Cristoforo Zara e Gaetano Iorio, imprenditore accusato di associazione mafiosa.
A carico di Cosentino resta ora una condanna definitiva a quattro anni per per la corruzione di un agente del carcere di Secondigliano, un'altra a dieci mesi di carcere perché riconosciuto colpevole di diffamazione e violenza privata nei confronti dell'ex governatore della Campania Stefano Caldoro;
mentre è ancora in corso il processo per concorso esterno in associazione camorristica, cosiddetto Eco4, relativo alla gestione, ritenuta politico-mafiosa da parte della Dda, di uno dei quattro Consorzi rifiuti del Casertano, appunto l'Eco4. In questo processo Cosentino è stato condannato in primo grado a 9 anni di carcere.
Il processo riprenderà il 28 ottobre, quando dovrebbe essere sciolta la riserva sull'esame di alcuni collaboratori di giustizia, tra cui Nicola Schiavone, figlio del capoclan Francesco "Sandokan" Schiavone.
Nel ricorso della Dda viene contestato anche quanto disposto dal tribunale nella sentenza di primo grado, ovvero che la condotta di reato di Cosentino arriva fino al 2004; per la Procura Antimafia Cosentino avrebbe agevolato i Casalesi anche dopo, come confermato, a dire dell'accusa, dalle condanne in primo grado per "Il Principe" e il processo "Carburanti", relativi a fatti accaduti dopo il 2004; in entrambi i processi però Cosentino, dopo la condanna di primo grado, è stato assolto in Appello, e tale circostanza avrà certamente un peso.