Nel 2020 il 34% delle imprese ha dovuto sospendere la sua attività a causa della pandemia, mentre il 3% di queste ha chiuso. E' quanto emerge da un'indagine condotta col metodo Computer Assisted Web Interview che ha riguardato, tra le altre, la provincia di Caserta.
Analizzando i risultati pubblicati dal magazine Costozero si apprende che il 66% delle aziende oggetto del sondaggio non ha conosciuto fermi o soste, ma che i due terzi di esse si trova oggi a fare i conti con le criticità sopraggiunte soprattutto in termini di liquidità e mancanza di commesse; in molti casi infatti ci si barcamena tra perdite e stagnazione, mentre tutti lamentano il mancato interscambio tra scuola, formazione e lavoro.
“E’ un quadro a luci ed ombre” ha commentato il segretario della Ugl Caserta Ferdinando Palumbo da sempre attento alle dinamiche dell'industria in terra di lavoro. Il sindacato di Piazza Ruggiero valuta come positiva la sostanziale tenuta delle industrie sul territorio, ma invita a non abbassare la guardia poiché i risultati peggiori potrebbero riscontrarsi nel medio periodo se le difficoltà derivanti dall'accesso al credito e all'allungamento dei tempi di pagamento da parte dei clienti diventeranno strutturali.
“La produzione industriale rappresenta storicamente la spina dorsale della provincia, urgono politiche a sostegno del lavoro capaci di superare la sacrosanta fase di assistenza. Il fatto che tanti imprenditori guardano alla qualità della futura forza lavoro è comunque un segnale di fiducia nel futuro” ha concluso Palumbo “quella della formazione dei giovani è certamente una sfida che non possiamo permetterci di perdere”.