Quando l'arte espugna i fortini dei boss

Presentata con grande successo l'opera murale a quattro mani al Centro per l'Arte di Casapesenna

Casapesenna.  

La trasformazione è avvenuta. Il bruco cattivo si è tramutato in un’incantevole farfalla, simbolo della rinascita di un popolo martoriato dalla criminalità. Il Centro per l’Arte e la cultura di Casapesenna, in provincia di Caserta, bene confiscato a Luigi Venosa, affiliato al clan dei casalesi, ha ospitato un evento straordinario che ha soddisfatto, insieme, la sete di bellezza e di legalità: la presentazione di un’opera murale di grande formato, realizzata, per la prima volta in Italia, a quattro mani da due artisti tra i più creativi e visionari della street art nazionale, forma di espressione figlia della quotidianità e del vissuto contemporaneo: Gio Pistone e Alberonero, giunti a Caserta grazie a Jessica Stewart, art manager e curatrice di eventi di arte urbana. Spettatori-attori dell’evento, gli studenti dell'istituto comprensivo di Casapesenna, accompagnati dal dirigente scolastico Angelina Iaiunese, dall’amministratore delegato di Agrorinasce Giovanni Allucci, dal critico e storico dell’arte Luca Palermo, dall’assessore all’istruzione Maria Capoluongo e da Giuseppe Miele e Salvatore Di Bona dell’associazione “Terra Nuova”, rispettivamente, fratello e figlio di vittime di camorra, che gestiscono il centro. 

Redazione Ce