Cordoglio e commozione per un'intera comunità chi che si è stretta attorno alla famiglia per accompagnare Vincenzo, una delle nove vittime della follia di Dacca. Ultimo viaggio fra lacrime e incredulità per quello che non doveva mai essere, una giovanissima vita cancellata dalla follia degli estremisti islamici.
Nel chiostro della palazzo municipale, si è recato un corteo di centinaia di cittadini, fin dalle prime luci dell'alba. Per omaggiare per l'ultima volta il feretro attorniato da decine di ghirlande e corone di fiori.
Tra questi tributi spiccavano quello del presidente della Repubblica e del presidente del Consiglio dei Ministri. Di fianco all'immancabile gonfalone dei comuni di Piedimonte Matese e di Acerra.
Alle 10.00 il corteo funebre è partito alla volta della basilica. A guidarlo gli amici di Vincenzo che avevano fra le mani uno striscione. In tanti con la maglietta bianca con un tricolore, in suo onore. Quella scritta che faceva tremare i polsi, “Io sono Vincenzo”. Poi l'arrivo in chiesa dove la Santa messa è stata officiata dal vescovo Valentino di Cerbo. L'Italia tutti si stringe ancora intorno ai suoi figli caduti in terra straniera.
Rocco Fatibene