Il maxi-processo sulle violenze ai danni dei detenuti nel carcere di Santa Maria Capua Vetere del 6 aprile 2020 è entrato in una fase cruciale, con un acceso dibattito tra accusa e difesa sulla validità della consulenza psichiatrica effettuata sui detenuti dopo gli eventi traumatici. Un documento centrale in questo confronto è quello redatto dal medico-psichiatra Raffaele Sperandeo, incaricato dalla Procura di esaminare i detenuti e redigere una perizia sui danni psichici subiti.
La consulenza in questione contiene diagnosi e giudizi sullo stato psicologico dei detenuti, i cui effetti potrebbero perdurare nel tempo a causa delle violenze subite. Gli avvocati difensori, Giuseppe Stellato ed Edoardo Razzino, hanno contestato l'utilizzabilità di questa consulenza, sostenendo che la sua redazione, priva di un contraddittorio, violi il diritto di difesa. Secondo i legali, la mancata notifica dell'invito a partecipare alla consulenza ai detenuti coinvolti rappresenterebbe una violazione irreversibile dei loro diritti processuali.
Il medico, infatti, ha intervistato i detenuti senza che ci fosse ancora un'indagine formale, dato che l'incarico fu conferito il 5 maggio 2020, ben dopo i fatti del 6 aprile. L'avvocato Razzino ha sottolineato che, pur essendo l'inchiesta ancora nelle fasi iniziali, alcune persone erano già individuate come potenziali indagate e avrebbero dovuto essere informate.
Dal canto suo, il pubblico ministero Alessandro Milita ha ribattuto che la consulenza non è un atto irripetibile, come sostenuto dalla difesa, e ha citato la letteratura medica che suggerisce che il disturbo psicologico legato a eventi traumatici come quello del 6 aprile 2020 potrebbe durare anche tutta la vita, rendendo possibile la ripetizione della perizia anche a distanza di anni.
Al centro della contesa c’è anche la questione del contraddittorio: l'accusa sostiene che i detenuti vittime delle violenze abbiano ancora oggi problemi psicologici legati agli eventi di aprile 2020, a testimonianza della persistenza dei danni. La Corte dovrà ora esaminare la richiesta di inutilizzabilità della consulenza e decidere se la perizia possa essere utilizzata nel corso del processo.
Il dibattito sulla validità della consulenza psichiatrica si inserisce in un contesto più ampio, che include la difficile questione dei diritti dei detenuti e le responsabilità delle forze dell'ordine nell'ambito del trattamento penitenziario. La decisione della Corte avrà implicazioni cruciali per la gestione e la valutazione degli eventi di Santa Maria Capua Vetere.