“Gravissimi disordini, con detenuti che avrebbero asserragliato alcune sezioni detentive dopo averle vandalizzate e, sembrerebbe, aver temporaneamente trattenuto un paio di operatori del corpo di polizia penitenziaria, sarebbero in corso presso la casa circondariale di Santa Maria Capua Vetere, già teatro in passato di gravissime vicende di cronaca.
I disordini, stando alle ancora disarticolate notizie che pervengono, sarebbero da qualificare come vera e propria rivolta e interesserebbero l’intero reparto Volturno con circa 250 detenuti presenti”.
A commentare la notizia è Gennarino De Fazio, segretario generale della Uilpa polizia penitenziaria.
“Nostro malgrado, la situazione nelle carceri del Paese continua a essere esplosiva e si sta puntualmente verificando quanto avevamo ampiamente previsto e ripetutamente denunciato, con disordini collettivi che minano alle fondamenta, oltre che l’ordine e la sicurezza penitenziaria, lo stesso senso dell’istituzione carceraria e della finalità della pena secondo le prescrizioni dell’articolo 27 della Carta.
Proprio mentre la Premier, Giorgia Meloni, rispondeva alla conferenza stampa senza dare, in verità, grosse indicazioni sul carcere (dire che il sovraffollamento si risolve aumentando la capienza delle carceri è un po’ come ribadire la morte di La Palice) o fornendole in modo fuorviante (il saldo fra agenti di Polizia penitenziaria che cessano dal servizio e quelli che vengono assunti è sempre in negativo), a Santa Maria Capua Vetere si combatteva quasi come in luoghi di guerra”, aggiunge il segretario della Uilpa pp.
“In questi minuti la Polizia penitenziaria starebbe intervenendo per ripristinare l’ordine, anche con unità libere dal servizio e appositamente richiamate, e sul posto starebbero accorrendo varie autorità. Nella speranza, per quanto abbastanza utopistica, che alla fine di tutto i danni siano solo materiali, ribadiamo che non bastano le parole e i buoni propositi.
Bisogna passare ai provvedimenti concreti. Servono subito un decreto carceri che affronti l’emergenza deflazionando la densità detentiva e rinforzando tangibilmente gli organici della polizia penitenziaria, mancanti di oltre 18mila unità, e un progetto di riforma complessiva del sistema d’esecuzione penale, con anche la reingegnerizzazione del dipartimento dell’amministrazione penitenziaria e la riorganizzazione del corpo di polizia penitenziaria. Lo ribadiamo, il resto rischia di essere solo un palliativo, se non addirittura un placebo”, conclude De Fazio
Ricostruisce l’accaduto anche Donato Capece, segretario generale del sindacato autonomo polizia penitenziaria Sappe: “Tutto è avvenuto nel primo pomeriggio di oggi, dopo la mancata concessione ad un detenuto di un permesso per partecipare ai funerali di un parente, ucciso da un clan rivale la sera di San Silvestro. Sembrerebbe che il detenuto non abbia ottenuto il permesso dal Magistrato di sorveglianza perché la salma del congiunto è ancora sotto sequestro. I detenuti del terzo piano del Reparto Volturno, per solidarietà con l’altro recluso, sono usciti dalle celle, appropriandosi con violenza delle chiavi, sono usciti nel corridoio del Reparto e sono scesi al piano terra, dove hanno letteralmente sfasciato tutto. Sul posto sono accorsi anche Magistrato di sorveglianza, comandante di reparto e i poliziotti di servizio nel carcere, e, dopo una longa opera di mediazione, la folle protesta è rientrata”.
Per il Sappe, si tratta di “eventi comunque già ampiamente preannunciati dal Sappe a testimoniare la tensione che da mesi si vive nelle carceri: chiediamo un sopralluogo tecnico da parte del Prap e una visita ispettiva da parte dell'ASL per valutarne l'idoneità sotto il profilo dell'igiene e della sicurezza dei luoghi di lavoro”.
Per Capece, quel che serve sono “interventi urgenti e strutturali che restituiscano la giusta legalità al circuito penitenziario intervenendo in primis sul regime custodiale aperto. Servono poliziotti, , tecnologia e formazione per chi sta in prima linea nelle Sezioni, strumenti di difesa e contrasto delle violenze”. “Esprimiamo”, conclude, “la massima solidarietà e vicinanza a tutti i colleghi della Casa circondariale di Santa Maria Capua Vetere, ma questi ultimi episodi devono necessariamente far riflettere i vertici dell’Istituto e della Regione. Ci vuole una completa inversione di rotta nella gestione delle carceri regionali, siamo in balia di questi facinorosi, convinti di essere in un albergo dove possono fare quel che non vogliono e non in un carcere! Facciamo appello anche alle autorità politiche regionali e locali: in carcere non ci sono solo detenuti, ma ci operano umili servitori dello Stato che attualmente si sentono abbandonati dalle Istituzioni”. Per questo, il leader del Sappe “auspica in un celere intervento di questo Governo sulle continue aggressioni al personale oramai all’ordine del giorno”.
Versione completamente opposta da parte del garante dei detenuti della Campania Samuele Ciambriello
Una protesta di un singolo che ha avuto la solidarietà di un paio di compagni di cella, ma nessun ferito e nessun agente della polizia penitenziaria sequestrato.
A LaPresse Ciambriello spiega che "la situazione è rientrata grazie a un'importante mediazione del magistrato di sorveglianza Marco Puglia" e sottolinea che "la vicenda è rimasta circoscritta a un reparto, il Volturno, di una cinquantina di detenuti che sono coinvolti in progetti avanzati di trattamento e di inclusione socio-lavorativa. La vicenda era circoscritta a quella di un singolo detenuto che non aveva ottenuto un permesso e ha avuto la solidarietà dei compagni, inscenando una protesta. Nessun ferito, nessun agente sequestrato".
“Apprendiamo che, grazie alla professionalità e all’inventiva del Reparto del Corpo di polizia penitenziaria e al tempestivo intervento del magistrato di sorveglianza, sono rientrati, dopo alcune ore, i gravissimi disordini di oggi pomeriggio presso la Casa Circondariale di Santa Maria Capua Vetere”.
E sempre in serata la nuova nota di Gennarino De Fazio, segretario generale della Uilpa polizia penitenziaria.
“La protesta dei detenuti pare sia originata dalla mancata concessione, a uno di loro, di un permesso per la partecipazione al funerale di un congiunto vittima di omicidio nel casertano”, spiega il segretario della Uilpa polizia penitenziaria.
“Per fortuna, stando alle notizie al momento di nostra conoscenza, non si sarebbero registrati gravi danni alle persone, mentre vi sarebbero intere sezioni detentive devastate tanto da esserne in dubbio la stessa abitabilità. Questa volta possiamo dire che è finita bene, ma temiamo che non potrà essere sempre così. Il Governo e il Parlamento intervengano, prima che sia troppo tardi”, conclude De Fazio.