“Brucia la terra mia”. E’ il grido lanciato da Aniello Di Santillo, presidente della sezione di Sant’Arpino di Volt, a fronte dell’ennesima segnalazione di roghi tossici consumatisi nelle campagne della città atellana.
Occorre fare presto
“Questo scempio deve finire - afferma il 24enne -. Bisogna rafforzare i controlli e rendere impossibile l’attuazione di queste azioni da parte di soggetti incivili e distruttori del nostro territorio. Come succede ormai da settimane, i cittadini mi hanno segnalato, con foto e video, rifiuti speciali in fumo nelle nostre periferie. Ancora una volta non conosciamo i nomi di queste persone e continueremo a non conoscerli. Siamo nella terra di nessuno, lì dove si pagano tasse come la TARI, per poi avere i rifiuti lungo le strade e nei fondi che dovrebbero essere polmone verde di Sant’Arpino.
Cosa fare
E’ necessario un intervento concreto e decisivo. Non ci possiamo lamentare dei cambiamenti climatici e poi, come se niente fosse, continuiamo a convivere con questi eventi. Il mio vuole essere un grido di speranza, rivolto a chi ha il dovere di salvare questa generazione e quelle future. Il Covid ci ha solo distratti dal problema dei tumori, presente in una casa, sì, e l’altra, pure.
Tolleranza zero
Chi distrugge, deve pagare. Non è giusto che per l’incuria di pochi, i danni si riversino su tutti. Bisogna smuovere le coscienze e favorire il dovere civico. Ognuno di noi ricopre un ruolo importante in questa rinascita, insieme - conclude - possiamo rendere il mondo che ci circonda migliore”.