Borgo Appio, gli allevatori e "quell'infarto sfiorato ogni sei mesi"

Il cuore dell'allevamento bufalino e la protesta dei protagonisti contro il piano regionale

borgo appio gli allevatori e quell infarto sfiorato ogni sei mesi
Grazzanise.  

La chiesa al centro, due edifici ai lati con qualche casa abitata: Borgo Appio è tutta qui, a un primo sguardo.
Oggi in quel rettangolo al centro dell'abbraccio di case e chiesa c'è il presidio permanente dell'associazione di tutela dell'allevamento della Bufala Mediterranea.
Perché a Borgo Appio? Perché quella corte con la chiesa al centro è nata proprio dagli allevatori di bufale, e si è sviluppata attorno: Borgo Appio è al centro di 2 o 300 allevamenti.
Cosa chiedono gli allevatori? Di rivedere un piano che li costringe ad abbattere capi di bestiame in maniera massiccia e a loro dire indiscriminata e addirittura ingiusta.
Come spiega Gianni Fabbris del coordinamento unitario in difesa del patrimonio bufalino: “Aspettiamo da 229 giorni con il presidente della Regione e col Ministro Patuanelli: abbiamo fatto tantissime proposte per rendere questo piano efficace, invece tbc e brucellosi stanno aumentando e il territorio è in crisi. Noi chiediamo cosa la politica pensa di questa situazione. Nel 2007 la brucella era al 18 per cento in provincia di Caserta, con un piano straordinario fu portato allo 0,7 per cento, poi furono tolte vaccinazione e prevenzione: oggi si prevede la macellazione degli animali indicati dalla Regione, salvo scoprire che su 140mila capi ammazzati solo l,3 per cento era positivo e che oggi la brucella è tornata al 18 per cento”.


Situazioni drammatiche tra gli allevatori: qualcuno racconta, a microfoni spenti “praticamente ormai ogni 6 mesi sfioro l'infarto”. Il termine è quello dei controlli in azienda: “C'è chi ha dovuto abbattere tutti i capi: significherebbe fallire. Test privati? Non posso: se li faccio mi arrestano”.
Cosa chiedono? Chiarezza, come spiega Adriano Noviello, allevatore e presidente dell'associazione per la tutela del patrimonio bufalino: “Non c'è applicabilità in questa legge: le leggi funzionano se sono semplici. Si parla di scienza ma si mette in campo qualcosa di inapplicabile. Chiediamo chiarezza e trasparenza e nel piano di eradicazione questo non c'è. Io ho avuto abbattimenti per tubercolosi e ho donato la mia stalla alla sperimentazione per arrivare a una legge chiara per tutto: ho abbattuto tre quarti della stalla ma non è servito.


Abbattere 140mila bufale ha portato a una perdita di 600 milioni euro l'anno, considerando che le aziende bufaline rappresentano l' 1,7 per cento del pil della Campania.
Abbiamo chiesto di guardare alla normativa europea, ma non si applica”.
E un altro allevatore, Salvatore Foglia spiega: “Col piano di profilassi all'allevatore viene tolta qualsiasi garanzia. Quando si fa profilassi per la tbc c'è un kit inidoneo che non dà risposte attendibili...e noi non abbiamo facoltà di controprova. Siamo i primi ad avere interesse a non avere zoonosi in stalla, e siamo i primi a voler eliminare animali infetti: ma senza certezza che sia infetto cosa facciamo? Si va oltre il diritto andando a cercare la positività anche dove non c'è. E' un business? Lo hanno fatto diventare un business”.
Arriva Salvini, leader della Lega, prima di lui era già arrivato lo stato maggiore con Gianluca Cantalamessa, parlamentare uscente e ricandidato, Severino Nappi e Giampiero Zinzi entrambi candidati, il coordinatore regionale Valentino Grant.


Assicura che porterà la questione all'attenzione del ministro Speranza, e che porterà il vessillo “Salviamo le Bufale” nelle dirette nazionali...degusta mozzarella (parecchia) apprezzandola e parte alla volta di Giugliano.
Nei prossimi giorni arriveranno altri politici, domani Sandra Lonardo e poi anche il ministro Patuanelli: c'è un calendario affisso nel presidio che declina gli appuntamenti...e attorno stalle, campi, e le bufale, quelle vive.