Non c’è pace nel carcere di Santa Maria Capua Vetere. Come spiega il segretario nazionale per la Campania del sindacato autonomo polizia penitenziaria Emilio Fattoriello: "Il ridotto personale di Polizia in servizio al settore colloqui ha scoperto nei pacchi diretti ai detenuti portati dai familiari, carne cruda farcita all'hashish con un sequestro di circa 100 gr. di stupefacente, forse per rendere la detenzione più dolce.
Ritornando alla rissa dei 40 detenuti, Fattoriello prosegue: “Si ritiene di precisare, ad ogni buon fine, che l'evento si è verificato all'interno della sala socialità dove erano ristretti in quel momento la quasi totalità dei detenuti della sezione, oggi si parla solo di 6 detenuti coinvolti perché quelli che sembra si siano fatti refertare. Gli altri nel rispetto della regola principe carceraria dell’omertà sono rientrati in cella. Si sono testimonianze precise del personale operante, ove occorresse e telecamere. Quindi, nessuna apocalisse denunciata dal Sappe ma solo quotidianità che ricade sulla pelle della polizia penitenziaria di Santa Maria Capua Vetere."
Per Donato Capece, segretario generale del Sappe: "In carcere quello che manca è il lavoro, che dovrebbe essere obbligatorio per tutti i detenuti dando quindi anche un senso alla pena ed invece la stragrande maggioranza dei ristretti sta in cella venti ore al giorno, nell’’ozio assoluto."