Indagine Dda Napoli: spacciatori temevano più il lockdown che forze dell'ordine

L'intercettazione: "Dimezziamo approvvigionamento: se arriva nuovo lockdown restiamo senza droga"

indagine dda napoli spacciatori temevano piu il lockdown che forze dell ordine
Capua.  

Movimentavano grosse partite di droga, vendevano all'ingrosso e non temevano le forze dell'ordine ma i lockdown, che limitavano fortemente lo spaccio: emerge dall'indagine della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli e dei carabinieri che ha consentito di sgominare, con undici arresti, un agguerrito e organizzato gruppo di spacciatori con base alle palazzine popolari di Capua (Caserta). I carabinieri della Compagnia di Capua hanno notificato otto ordinanze in carcere emesse dal Gip di Napoli e altre tre ai domiciliari. L'intercettazione sulle limitazioni allo spaccio a causa della pandemia risale all'ottobre del 2020, quando la curva Covid era in risalita. A parlare e' il presunto capo della banda di pusher, Claudio M., che dice al suo interlocutore: "Dobbiamo dimezzare l'approvvigionamento perche' se arriva un nuovo lockdown restiamo con la droga in mano". L'uomo, 51 anni, era dietro le sbarre gia' da qualche tempo: a lui il provvedimento e' stato notificato in cella. E' lui che viene intercettato mentre esprime tutto il suo disprezzo per i carabinieri, specie dopo la morte del 37enne maresciallo Antonio M. , investito e ucciso a Capua nel settembre 2020 mente faceva jogging (l'investitore fu arrestato). "Devo andare a p... sui suoi fiori" dice l'uomo. Dalle indagini e' emerso che il 51enne, insieme al fratello R. e ai due giovani fratelli Fabio e Davide M. di 27 e 28 anni (i tre sono finiti in carcere), gestiva la base tenendo sotto scacco i residenti "onesti" del Parco; la droga veniva infatti nascosta nelle intercapedini della cantine, nel vano ascensore, mai in casa dei pusher; inoltre l'uomo e complici avevano installato numerose telecamere per controllare l'arrivo delle forze dell'ordine e avevano vedette ai punti di accesso del parco. Gli appuntamenti con gli acquirenti venivano presi tramite whatsapp e venivano usati termini criptici per indicare la droga, sebbene poi tra di loro i pusher parlavano senza remore, tanto che gli inquirenti hanno potuto ricostruire l'organigramma del gruppo proprio ascoltando gli indagati. Durante le indagini i carabinieri guidati dal colonnello Paolo Minutoli hanno arrestato sette spacciatori e sequestrato 13mila euro in contanti e parecchia droga per un valore di 30mila euro; stanotte, durante l'esecuzione delle misure - vi hanno preso parte decine di carabinieri con l'unita' cinofila proveniente da Sarno - sono stati trovati sempre in un'intercapedine quasi due chili di hashish.