Truffa all'Asl, arrestati primario e sua moglie

La donna è sorella di un boss: avrebbero distratto beni dell'ospedale portandoli nel loro centro

Caserta.  

Un medico primario del reparto di Patologia Clinica dell'ospedale Sant'Anna e San Sebastiano' di Caserta, Angelo Costanzo, e la moglie Vincenza Scotti, titolare del laboratorio privato di analisi 'Sanatrix' in provincia di Napoli, nonché sorella dell'ex latitante Pasquale Scotti, legato in passato alla Nuova Camorra  Organizzata (che negli anni 70 /80 faceva capo a Raffaele Cutolo), sono finiti agli arresti domiciliari nell'ambito di un'indagine dei carabinieri del Nucleo Antisofisticazioni e Sanità coordinata dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere. Secondo l'accusa, avevano organizzato un'associazione  a delinquere dedita alla commissione di svariate truffe ai danni del Servizio Sanitario Nazionale.  Sei in tutto le persone coinvolte nell'inchiesta: una in carcere, due agli arresti domiciliari (i due coniugi), due misure interdittive dei rapporti con la pubblica amministrazione e un obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Diversi i reati contestati agli indagati: si procede infatti  oltre all' associazione a delinquere aggravata dalla commissioni di fatti di peculato i sei indagati sono accusati di corruzione per atti contrari ai doveri d'ufficio, falsità ideologica e truffa aggravata. In particolare i coniugi  scrive la procura avrebbero "piegato la struttura sanitaria pubblica alle esigenze del centro privato, distraendo indebitamente a beneficio di quest'ultimo beni strumentali in dotazione all'ospedale, come macchinari, personale e reagenti chimici". Le indagini sono partite diversi anni fa nell'ambito di alcune intercettazioni della Dda di Napoli per la cattura proprio del latitante all'epoca Pasquale Scotti avvenuta in Brasile il 26 maggio del 2015. Un altro aspetto dell'inchiesta riguarda "una serie di allontanamenti illegittimi dal lavoro da parte di Costanzo. Le assenze venivano attribuite falsamente a stati di malattia, per cui sono state prodotte false certificazioni mediche, al fine di evitare di limitare  i periodi di ferire effettivamente spettanti. La falsa malattia veniva fruita spesso per incrementare il periodo di ferie in località balneari e, in un caso specifico, addirittura per assistere ad un incontro di Champions League tenutosi in una regione del Nord Italia".